La haftarà di questa settimana (secondo il rito sefardita) è la prima in una serie di tre haftaròt di afflizione che si leggono durante le Tre Settimane di lutto per Gerusalemme, nel periodo compreso tra i digiuni del 17 di Tammuz e il 9 di Av.
Il profeta Geremia descrive due visioni profetiche che gli sono state mostrate. Nella prima figura un ramo di mandorlo. Il Sign-re spiega al profeta che così come il mandorlo germoglia presto, così pure D-o effettuerà il suo piano di punire il popolo Ebraico in fretta.
Nella seconda visione il profeta vede una pentola bollente con la schiuma diretta verso nord. Il Sign-re spiegò che questa è un’allusione alle afflizioni che il popolo Ebraico patirà per mano dei popoli del nord dalla Terra d’Israele, in altre parole, I Babilonesi. D-o farà si che i regni del nord metteranno Gerusalemme e Giudea sotto assedio ed Egli giudicherà il popolo a causa del loro abbandono delle Sue vie e i peccati d’idolatria che hanno commesso.
D-o incoraggia Geremia di condividere la profezia e di non temere la reazione del popolo Ebraico.
La Haftarà termina con una profezia rassicurante: “Vai e chiama nelle orecchie di Gerusalemme dicendo: così ha detto D-o: ‘ti ricordo la bontà della tua gioventù, l’amore nuziale, come Mi hai seguito nel deserto in una terra non seminata. Israele è sacra a D-o, il primo del Suo grano; chiunque lo manger sarà colpevole, gli accadrà male dice D-o.”
Rito Italiano: Giosuè 13:15-33
La haftarà parla dell’assegnazione dell’eredità dei figli di Reuven e Menashè, descrivendone I confini.
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