Nella città di Medziboz, ove naque il fondatore del chassidismo, Rabbi Israel Baal Shem Tov, due uomini erano coinvolti in un litigio furente. Un giorno, mentre si stavano insultando sbraitando, uno dei due minacciò “Ti farò a pezzi con le mie proprie mani!”
Il Baal Shem Tov, che si trovava in sinagoga in quel momento, chiese ai suoi discepoli di formare un cerchio, di prendersi per mano e di chiudere gli occhi. Rabbi Israel stesso chiuse il cerchio appoggiando le mani sulle spalle dei due uomini che lo attorniavano. Improvvisamente, gli allievi gridarono di paura: sotto le palpebre apparve loro la visone dell’uomo infuriato che strappava a pezzi l’altro, proprio come aveva giurato di fare!
I Salmi riferiscono che le parole sono come frecce e carboni ardenti. Il midrash spiega l'analogia in questi termini: una persona, proferendo ingiurie è in grado di distruggere il prossimo a distanza, proprio come le frecce. Riguardo al carbone, una volta spento, la sua superficie esterna, pur mantenendosi fredda, all'interno continua ad ardere, così pure le parole maligne perpetuano danni anche dopo che il loro effetto esterno sia evaporato. Le parole possono uccidere in molti modi. Succede che deviano dall'oggetto mirato e colpiscono passanti innocenti e, immancabilmente, ritornano al mittente come un boomerang. Qualsiasi sia il loro mezzo di trasporto, parole odiose inducono inevitabilemente ad azioni odiose, perfino anni o generazioni dopo che siano state pronunciate. L'indole umana spinge a concrettizzare i pensieri in parole e le parole in fatti, molto spesso per mezzo di strumenti contorti che non hanno più alcun nesso con l'intento originale.
Ma la forza del verbo è più profonda del suo potenziale. Sebbene questi non si realizzi sempre, continua nondimeno ad esistere nella dimensione della parola che è più elevata e spirituale. L'uomo, com'è noto, non è costitutito solo da un corpo ma anche da un’anima essendo contemporaneamente una creatura spirituale. Espressioni sonore assumono fisicità solo in funzione alla loro capacità di materializzarsi, ma nella realtà dell’anima essi vivono.
Quanto sopra è il messaggio che il Baal Shem Tov desiderava trasmettere ai suoi discepoli, dando loro accesso al mondo del verbo abitato dalle anime dei due litiganti. Il suo scopo era che capissero che ogni sentenza nella sfera della parola è reale e non virtuale, che si concretizzi o meno nella dimensione dell’azione ove risiede la nostra componente fisica. Nella realtà spirituale ogni parola conta quanto un'azione conti nella realtà materiale.
Quasto concetto è valido anche per le parole di bontà. Encomi e piccoli incoraggiamenti ottengono risultati grandiosi come se fossero stati emessi nella sfera spirituale. Prima ancora che abbia generato una buona azione, un'espressione di bontà ha già un effetto profondo e duraturo su noi stessi e sul nostro mondo.
Di Rav Yanki Tauber, basato sugli insegnamenti del Rebbe di Lubavitch. Per gentile concessione di Chabad.org
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