"L'Onnipotente ha creato le cose una opposta all'altra".1 Allo stesso modo come l'anima divina consiste di dieci sante Sefiròt ed è avvolta in tre sante vesti,2 cosi l'anima che è derivata dalla sifrà ahrà delle qelipòt noga e che si veste del sangue dell'uomo, consiste di dieci "corone d'impurità".3 Queste sono le sette middòt impure, che derivano dai quattro elementi impuri menzionati più sopra,4 e l'intelletto che le ha generate,. il quale è diviso in tre: saggezza, comprensione e conoscenza, le fonti delle middòt.5

E tali sono pure tutte le espressioni ed i pensieri che non sono rivolti a D-o, alla Sua volontà ed al Suo servizio. Poichè questo è il significato di sitrà ahrà: "l'altra parte", ciò che non è dalla parte della santità. Infatti, la parte santa non è altro che ciò che s'ispira alla santità del Santo, benedetto Egli sia, e deriva da essa; ed Egli dimora solo in ciò che si consacra completamente a Lui, sia di fatto, come è il caso degli angeli nel cielo, sia in potenza, come è il caso di ciascun ebreo quaggiù in terra, poichè a ciascuno è data la possibilità di consacrarsi completamente al Santo, benedetto Egli sia [affrontando] il martirio per santificare Idd-o.

È per questo che i nostri Saggi hanno detto: "Anche quando un solo individuo si mette a sedere e si impegna nello [studio] della Torà, la Shekhinà è con lui"9 e "La Shekhinà si posa su ogni [riunione di] dieci ebrei",10 in ogni caso.

Tuttavia, ciò che non si abbandona a D-o, ma rimane una cosa separata ed autonoma, non riceve la propria forza vitale dalla santità del Santo, benedetto Egli sia, ossia dalla più vera essenza e sostanza interiore della santità stessa, ma, per così dire [da] "dietro la Sua schiena";11 ed in tale caso [la forza vitale] discende di grado in grado, attraverso miriadi di gradini corrispondenti alla discesa graduale dei mondi per la concatenazione di causa ed effetto e con il risultato di innumerevoli contrazioni12 fìnché la Luce e la Vita risultano tanto ridotte per ripetute diminuzioni, che possono essere compresse e rinchiuse, per così dire come in esilio in quella determinata cosa separata, per dare forza vitale ed esistenza ex nihilo, sicchè non ritorni al nulla ed alla non-esistenza in cui trovava prima di essere creata.13

Questo è il motivo per cui questo mondo e con tutto ciò che contiene, è detto il mondo delle qelipòt e della sitrà ahrà. Ed è perciò che tutte le cose profane sono gravi e peccaminose14 e gli uomini malvagi prevalgono in esse, come è spiegato nell' 'Etz Hayyìm, Parte 42, fine

cap. 4. (Nota: Di certo, in esso [nel mondo] sono contenute le Dieci Sefiròt dell' Azione che sono partecipi della santità, come è scritto nell’Etz Hayyìm, Parte 43; ed entro queste Dieci Sefiròt dell'Azione ci sono le Dieci Sefiròt della Creazione, ed in esse le Dieci Sefiròt dell'Emanazione, in cui dimora la luce del benedetto En Sof. Ed avviene così che la luce del Benedetto En Sof pervade questo nostro basso mondo, in quanto esso è vestito delle Dieci Sefiròt dei Quattro Mondi, ossia dei mondi dell'Emanazione, della Creazione, della Formazione e dell'Azione, come è spiegato nel!' 'Etz Hayyìm, Parte 47, cap. 2, e nel Sefer ha-Ghilgulìm, cap. 20.

Tuttavia, le qelipòt sono suddivise in due gradi, uno più basso dell'altro. Il più basso consiste delle tre qelipòt che sono completamente impure e soggette al peccato e non contengono in genere alcunchè di buono. Nella [descrizione] del “cocchio”esse sono chiamate dal profeta Ezechiele “vento di tempesta” e “grande nube”15 ecc. Da esse sono inflenzate e derivano le anime dei popoli pagani, nonchè l’esistenza dei loro corpi, ed anche le anime di tutti gli animali che sono impure e di cui è proibito cibarsi,16 nonchè l'esistenza dei loro corpi, ed infine l'esistenza e la forza vitale di ogni cibo proibito del regno vegetale, come l' 'orlà17 ed [il frutto delle] vigne [piantate] con specie eterogenee,18 ecc., come spiegato nell' 'Etz Hayyìm, Parte 49, capitolo 6; e lo stesso vale per l'esistenza e l'efficacia di ogni azione, ogni espressione ed ogni pensiero che contravvenga alle 365 proibizioni ed a ciò che da loro deriva, come è spiegato nella medesima opera, alla fine del cap. 5 della Parte citata.

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