Uno dei precetti più sorprendenti della Torà è quello riguardo la “donna di bell’aspetto” con il quale inizia la parashà di questa settimana. La Torà dice che quando un Israelita va in guerra e cattura una bellissima donna Gentile e la desidera, la può sposare purché egli segua le condizioni stipulate dalla Torà:

Quando vai in guerra contro i tuoi nemici, ed il Sign-re, tuo D-o lo consegnerà nelle tue mani e tu prenderai i suoi prigionieri. E vedi tra i prigionieri una donna bellissima e la desideri, [la] puoi prendere per moglie per te...1

Questa legge sembra strana, dopotutto lo scopo della Torà non è di guidarci verso livelli spirituali e morali elevati, portandoci ad una vita di spiritualità? Eppure questo precetto sembra permettere all’uomo di seguire i suoi istinti più selvaggi?

La risposta tradizionale è che la Torà capisce la natura dell’uomo e sta “parlando alla sua inclinazione malvagia, lo yetzer harà”. In altre parole, la Torà riconosce che l’inclinazione malvagia è talmente potente che se proibisse di sposare la donna, egli ignorerebbe la proibizione e qualsiasi livello di moralità, sfruttando una donna vulnerabile. Perciò la Torà preferisce offrire un piano d’azione per un matrimonio kasher, di modo che la donna catturata possa essere protetta dal matrimonio.

Tuttavia ci sono diverse interpretazioni mistiche per questa legge, secondo esse non si tratta di una concessione alla debolezza umana bensì, è una lezione profonda della natura del percorso spirituale di un Ebreo nel mondo.

I Kabbalisti leggono questi versi come un’analogia. La “donna di bell’aspetto” catturata, potrebbe essere una metafora per l’anima. Il comandamento potrebbe essere un modo per insegnarci ad apprezzare il dolore dell’anima che è spesso intrappolata senza modo di esprimersi fuori dai confini del corpo. Infine, questo precetto potrebbe insegnarci a liberare la prigioniera.

Se così fosse, leggeremmo i versi in questo modo:

Quando vai in guerra contro i tuoi nemici: Quando entriamo in questo mondo, è importante sapere che il viaggio nel quale ci stiamo imbarcando non è una crociera spirituale, bensì un campo di battaglia spirituale. Per cui ad ogni passo verremo sfidati dallo yetzer harà, il nemico della spiritualità.

Il Sign-re, tuo D-o, lo consegnerà nelle tue mani: Nonostante possa sembrare a volte che lo yetzer harà sia molto potente, tuttavia D-o ci da la forza di vincerlo.

Tu prendi i suoi prigionieri, e vedi tra loro una donna bellissima: la donna di bell’aspetto è l’anima che è stata catturata dallo yetzer harà. Quando lo yetzer harà ci provoca a fare qualcosa di sbagliato, utilizziamo l’energia dell’anima nell’azione negativa che a sua volta mette l’anima in prigione, nelle mani dello yetzer harà.

e tu la desideri: la chiave per rilasciare l’anima dalla sua prigione spirituale è il desiderio. In altre parole, è necessario risvegliare una passione ed il desiderio di connettere ed unirci alla nostra anima. Di conseguenza questo desiderio che era prima rivolto a piaceri terreni ora verrà diretto verso l’anima interiore.

puoi prendere [lei] per moglie...La porterai nella tua casa: a quel punto l’anima entrerà in casa ovvero, l’anima potrà esprimersi nel corpo e nella nostra vita2.

Dopo di questo, puoi essere intimo con lei e possederla, ed ella sarà una moglie per te: Una volta che l’anima viene liberata dalla prigione, puoi essere in intimità con lei e potrai godere di un grande piacere spirituale nell’unirti ad essa.

Pertanto, secondo i mistici, questo precetto soprendente è una lezione nell’essere sensibile al dolore della bellissima anima che è prigioniera nel corpo. Solo noi abbiamo la forza di rilasciarla dalla sua prigionia e permetterle di esprimersi. Solo noi abbiamo la forza di liberarla3.