Nella nostra parashà vengono riportate le regole del matrimonio e del divorzio. Esiste una regola a questo riguardo che dice che uomo non può sposare una donna se ha l’intenzione già a priori di volerne divorziare.

Una delle ragioni è per quanto contenuto nel pasuk: “Non tramare sul tuo compagno del male, quando lui risiede in tranquillità con te”. Se questo è detto riguardo a un proprio compagno, a maggior ragione questa regola è valida per la propria moglie. Se però spieghiamo il motivo di questa regola in questo modo, il fatto che un marito sposi una donna informandola a priori che le darà il ghet, dovrebbe essere permesso.

C’è in effetti un'altra motivazione sui cui si fonda questa regola, secondo la quale che un marito comunichi alla moglie, prima del matrimonio, l’intenzione di divorziare, non è ben accetto. Tutto il concetto matrimoniale è contenuto nel passo “e si unirà con sua moglie e diverranno una sola carne”: un’unione perfetta ed eterna tra l’uomo e la donna. In un matrimonio in cui a priori si sappia già che si divorzierà manca quest’unione perfetta. Secondo tale spiegazione bisogna capire la metafora nascosta dietro a questa regola.

L’uomo rappresenta D-o e la donna rappresenta il popolo ebraico. Il matrimonio tra i due avvenne sul monte Sinai ove ci fu un patto di unione tra D-o e gli ebrei, come scritto “Nel giorno del Suo matrimonio, questo è il giorno in cui ci fu data la Torà”. La diaspora invece, dove apparentemente D-o si separa dagli ebrei, rappresenta il divorzio.

Dal momento, però, che D-o sapeva a priori che ci avrebbe esiliati ovvero che “avrebbe divorziato da noi”, ci si chiede come possa allora avere validità il “matrimonio” avvenuto sul monte Sinai?! Nella Torà stessa che ci fu data sul Sinai c’è scritto “e D-o vi esilierà tra i popoli” , sembrerebbe che D-o ci abbia “sposati” con l’intenzione a priori di divorziare!

Si potrebbe spiegare semplicemente che la diaspora è un effetto del comportamento negativo degli ebrei e che questi, godendo del libero arbitrio, avrebbero potuto evitarlo seguendo fedelmente la Torà e le mitzvòt di D-o. Questa spiegazione

però è inaccettabile dal momento che lo sposo è D-o ed Egli già conosce il futuro, e quindi sul monte Sinai già sapeva che gli ebrei avrebbero preso la strada sbagliata e che quindi li avrebbe esiliati, avrebbe “divorziato”. Questo potrebbe indurre a pensare che il matrimonio avvenuto sul Sinai sia incompleto.

In realtà non è così. Da parte di D-o non solo che non c’è mai stata l’intenzione di “divorziare”, ma anche concretamente parlando non c’è mai stato un divorzio. Come dice D-o stesso: “Qual è il libro di divorzio con cui l’ho mandata via”, in altre parole non c’è nessun divorzio tra D-o e il popolo ebraico.

Anche nel periodo buio dell’esilio non è mai venuta a meno l’unione di D-o con gli ebrei, l’esilio è solamente un celarsi da parte di D-o. Egli infatti si nasconde da noi in modo da indurci a cercarlo e a unirci a Lui. Quando gli ebrei si comportano come si deve secondo le leggi della Torà, perfino nel buio dell’esilio D-o gli si rivela e gli mostra il Suo affetto per loro. E questo porterà la redenzione futura immediatamente.

(Likutè Sichòt vol 34)