Leggiamo all’inizio della Parashàt Ki Tetzè: “Quando muoverai guerra sui tuoi nemici ed il Sign-re tuo D-o lo darà in mano tua…”
Le parole della Torà sono molto precise, perciò quando i nemici (plurale) diventano uno solo lo darà in tua mano… i vari commentatori e Midrashìm cercano subito di capire qual è il significato profondo di quello che sembra essere un errore di grammatica.
Gli egiziani, gli amalekiti, i siriani, i babilonesi, i romani, gli almohades, i nazisti, i fascisti, i comunisti… Nei millenni della nostra storia non ci sono mai mancati i nemici.
In termini generali, essi possono essere divisi in due categorie. Ovvero, coloro che desideravano conquistare la nostra anima, il nostro stile di vita secondo la Torà, rappresentati dal re Siriano-Greco Antiochus (la quale sconfitta festeggiamo ogni anno a Chanukà); e quelli che volevano semplicemente annientarci fisicamente, rappresentati da Hamàn che ebbe il permesso dal re Assuero di uccidere ogni uomo, donna e bambino ebreo sulla faccia della terra (esso ci ha lasciato con la festa di Purìm).
In effetti, però, il nemico è uno solo. Poiché un nemico del corpo ebraico odia anche lo spirito ebraico e il nemico della spiritualità del nostro popolo in realtà non sopporta neanche la nostra esistenza materiale.
Questa è la prima lezione dalla Parashà di questa settimana: infatti occorre accorgersi che i molti nemici che potrebbere sembrare di esserli per una grande varietà di motivazioni, in realtà sono un solo nemico. Le motivazioni sono molte ma l’odio è unico.
Ci insegna anche, quindi, che il destino materiale e quello spirituale del nostro popolo sono legati senza possibilità di separazione.Che bisogna vedere ogni attacco fisico contro un ebreo come un attacco contro lo spirito eterno d’Israele e vedere ogni minaccia spirituale come una contro la sopravvivenza fisica.
Questa è una verità che esiste anche all’interno della persona stessa.
Il “nemico” che si trova dentro ognuno di noi, il yetzer harà, ossia l’inclinazione verso il male (che viene chiamato anche “Satàn”). È una vera e propria lotta interna che si svolge continuamente e in ogni aspetto della nostra vita e il modo di vincerla è riconoscendo di essere “sui nemici” ossia sicuri di essere di una superiorità morale e spirituale rispetto al nemico, cosa che ci aiuta a combattere ed a conquistare sia quello interno che quello esterno.
Adattato da rav Shalom Hazan dalle opere del Rebbe di Lubavitch זי“ע
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