Ricordati di cosa ti fece Amalek quando eri in viaggio, allorché uscisti dall’Egitto, che ti assalì sulla strada e colpì tutti coloro che, affranti, erano rimasti indietro, mentre tu eri stanco e sfinito e non temette D-o. E quando il Signore tuo D-o ti darà tregua da tutti i tuoi nemici all’intorno nella terra che sta per darti in eredità perché tu ne prenda possesso, cancellerai il ricordo di Amalek al di sotto del cielo, non dimenticarlo (Devarìm 25, 17-19).

C’è una parola nel testo, karecha, che secondo la spiegazione comune vorrebbe dire ti incontrò, nel senso di ti assalì.

Prescindendo dal contesto, il midrash che segue le interpreta come derivante dalla radice kar, freddo.

I Maestri dicono che karecha è da intendere come ti ha reso freddo (vulnerabile) dinanzi agli altri.

Disse rabbi Chunjà: «A cosa è paragonabile ciò? A un bagno bollente dove nessuno osava entrare, fino a che non venne questo malvagio e si buttò dentro; egli si bruciò, però rese l’acqua meno bollente e perciò accessibile a tutti.

Così, quando il popolo ebraico uscì dall’Egitto, D-o aprì le acque del Mar Rosso e gli egizi vi furono sommersi; la paura cadde su tutte le nazioni come è detto: “a loro volta i capi dell’Idumea sbigottirono, i padri di Mo’av furono presi dal terrore…” (Shemòt 15, 15); dal momento in cui venne Amalek e li attaccò, anche se fu sconfitto, li raffreddò (cioè li rese vulnerabili) di fronte alle altre nazioni»(Midrash Tanchuma, Ki Tetzè, 9).

Si è visto dal capitolo precedente quanto la Torà aspiri alla pace: Le sue vie sono soavi e tutti i suoi sentieri conducono alla pace (Mishlé 3, 17).

Tuttavia leggendo i versetti riguardanti Amalek: cancellerai il nome di Amalek di sotto il cielo si rimane stupefatti.

Per quale motivo la Torà si accanisce crudelmente contro Amalek?

Lo si può capire esaminando a fondo l’espressione "non temette D-o" riferita ad Amalek.

Infatti nella Torà tale espressione si riferisce a persone che hanno una particolare attenzione verso il debole e lo straniero; per esempio riguardo alle levatrici egizie, che avevano salvato i bambini ebrei, è detto che non lo fecero perché temevano D-o.

In questo caso la colpa di Amalek consiste nell’aver assalito un popolo debole e stanco e in particolare tutti gli affranti senza alcun motivo e quindi il testo dice egli non temette D-o.

Il midrash spiega in modo figurato come sua consuetudine, ciò che Amalek fece con la similitudine del bagno bollente.

Dopo l’uscita dall’Egitto i popoli si stavano avvicinando all’idea del D-o unico, cioè alla strada della verità e della giustizia.

Il bagno bollente simboleggia la paura dei popoli di fronte all’Essere Supremo, del quale anche se non si ha ancora una conoscenza precisa c’è almeno l’inizio di una presa di coscienza.

Ma interviene Amalek per dimostrare che quello che è accaduto non è poi così eccezionale. Perché aver paura? Quindi attacca il popolo. È vero che Amalek è stato vinto, però il suo tentativo è stato sufficiente per raffreddare l’acqua e far retrocedere il mondo nell’idolatria.

L’atmosfera messianica è stata allontanata da Amalek, come da tutti quelli che si identificano con lui attaccando i deboli, gli innocenti, contribuendo così ad aumentare l’ingiustizia e la crudeltà nel mondo che verrà presto eliminata con l'arrivo eminente del Mashiach, amen.

Tratto dal sito Cyberdrashà.it