La Torà nella Parashà della scorsa settimana (Shoftìm) ci ha spiegato che la trasmissione delle sue istruzione è una funzione dinamica che continua attraverso i maestri di ogni generazione e che siamo obbligati a seguire queste loro istruzioni. È per questo che accendendo i lumi di Chanukà, per esempio, possiamo pronunciare la benedizione e dire “coLui che ci ha comandato di accendere i lumi di Chanukà…” riferendoci a D-o, poiché è la Torà stessa che ci comanda di seguire le istruzioni dei maestri che appunto hanno istituito la festività di Chanukà. (Vedi l’articolo per leggere la spiegazione).

Ora ci resta a capire una curiosità: sembra che molte delle istruzioni, le mitzvòt cosidette “rabbiniche”, istituite dai maestri, abbiano più “successo”, nel senso che vengono adempite a volte con maggiore attenzione rispetto a quelle della Torà stessa!

Ebbene, esiste una famosa metafora che paragona il popolo ebraico ad una donna e il Sig.re al suo marito (tutto il Cantico dei Cantici del re Salomone si basa su questa metafora). Il momento del dono della Torà è simile al momento del matrimonio, della Chuppà (con la Torà stessa che funge da contratto matrimoniale – ketubbà).

Ogni marito sa che in un matrimonio vi sono degli obblighi, delle azioni che ci si aspetta lui faccia per facilitare la vita a sua moglie. Ogni marito lo sa e cerca anche di farlo, ma non è detto che lo faccia sempre con un sorriso. Alla fine, si tratta di “obblighi” che gli sono stati quasi “impostati” e come ogni cosa imposta (dagli altri, dalla società, ecc) diventa una cosa “pesante”…

Lo stesso marito in un momento di ispirazione andrà a scegliere un bel gioiello per la sua signora. Lo farà con calma e con molta attenzione e glielo presenterà con molto amore.

In teoria questo non gliel’ha chiesto nessuno e non gli viene imposto in nessun modo…non è paradossale che lo fà senza “pesantezza” mentre gli obblighi li vorrebbe dimenticare?

Assolutamente no! Proprio perché questa è una cosa “sua” personale non ho bisogno di una forza esterna che lo rafforza e incita a farla. E lo fà con tutto il cuore.

Nello stesso modo il popolo ebraico nel suo grande amore verso D-o gli porta questi “doni” spirituali voluti da sé stesso, a volte con un impegno ancora maggiore rispetto agli obblighi che la Torà ci ha imposto.

Durante queste settimane che precedono Rosh Hashanà e Kippur è opportuno pensare a questo nostro amore verso Hakadosh Baruch Hu. Sicuramente questo risveglierà in Lui l’amore verso di noi e ci benedirà, assieme a tutti i popoli e tutto il mondo, con un anno di pace e di prosperità materiale e spirituale.