"Per [sua sorella], egli deve diventare impuro"—Levitico 21:3.
Per i kohanìm (sacerdoti), vige la mitzvà di diventare ritualmente impuri per partecipare ai funerali dei loro parenti prossimi. Di solito, ai kohanìm è proibito diventare impuri tramite il contatto con una persona defunta, nel caso che un parente prossimo spiri, la Torà specifica che è loro obbligo partecipare al funerale. Il Talmùd descrive come la moglie di Yosef il Kohen spirò la vigilia di Pesach e lui non voleva andare al funerale per non diventare impuro e impossibilitato a partecipare al sacrificio di Pesach, i Saggi lo spinsero e l'obbligarono a diventare impuro.
Incluso in questa mitzvà è l'obbligo che ogni ebreo ha per osservare il lutto per i propri cari. Secondo la Torà il periodo del lutto è di un giorno, dopo la sepoltura, i Saggi hanno stabilito che dura sette giorni.
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