Domanda: A Rosh Hashanà mangiamo mele e miele quali simboli di buon auspicio per l’Anno Nuovo. Perché proprio questi, visto che esistono altri alimenti dolci? C’è un motivo per il quale sono stati scelti la mela e il miele ?

Risposta: La mela è stata eletta come regina di bellezza in quanto l’albero sul quale cresce è molto rigoglioso ed è provvisto di uno fra i più magnifici fogliami delle piante fruttifere. Il lato estetico è importante in questo caso, in quanto ci auguriamo, fra l’altro, di incominciare un anno almeno quanto questo esemplare vegetale.

Un anno bello, sarà buono e ciò che è buono è necessariamente bello. Per questa ragione è stata optata una tra le più belle creazioni agricole del Signore.

Per quanto riguarda la dolcezza, c’è una differenza tra quella della mela e quella del miele. Il frutto germoglia in modo spontaneo dalla natura, allorché il miele è prodotto dalle api, insetti che, oltre a non essere commestibili, sono muniti di pericolosi aculei. Ciononostante il risultato del loro lungo e minuzioso lavoro è molto più dolce del frutto.

Questi due elementi ci servono da parabola. I successi nella vita privata, sociale e professionale ci procurano una grande felicità ma non quanto quella ottenuta dopo situazioni travagliate, quando la nostra carriera è compromessa, quando subentrano difficoltà in famiglia, quando ci sentiamo soli e disperati. Le sfide della vita sono amare, sono mordaci ed irritanti come una puntura d’ape.

Ma di fronte agli ostacoli ricorriamo a forze interiori di cui ignoravamo l’esistenza. Potenziali celati emergono dal nostro essere nelle circostanze più grame. La tensione nelle relazioni interpersonali sono penose, ma niente è più piacevole delle riconciliazioni che ne seguono. Perdere il lavoro è un’esperienza umiliante e scoraggiante ma spesso accade che nel futuro (prossimo o poco più lontano), altre opportunità allettanti ci vengano offerte per compiere grandi progetti più gratificanti e appaganti.

La solitudine è insopportabile e triste ma essa ci concede un’ampio spazio per l’introspezione e per una profonda conoscenza di noi stessi. Purtroppo, abbiamo tutti attraversato fasi tormentate, alle quali però, retrospettivamente, siamo grati, pensando: “ Che D- sia lodato per quei momenti, se non fosse per loro chissà dove sarei ora!”. Ecco perché mangiamo mele e miele la prima sera di Rosh Hashanà. Si usa augurarsi reciprocamente con le benedizioni appropriate che l’anno che inizia sarà dolce come le mele e che le punture delle api si trasformeranno in miele!

Di Rav Aaron Moss, per gentile concessione di Chabad.org