Qual è l'origine ed li significato dei cibi simbolici che si mangiano durante il pasto festivo la sera di Rosh Hashanà?

Risposta:

Il Talmùd conferisce grande importanza ai simboli. Per questa ragione, il Talmùd raccomanda che di Rosh Hashanà siano mangiati zucca, porri e datteri – caratterizzati da una crescita rapida e quindi di buon augurio per avere abbondanza nel nuovo anno.

Si usa intingere una mela nel miele all'inizio del pasto e, nel mangiarla, dire la preghiera: “Sia la Tua volontà di concederci un anno dolce e buono”. Il miele rappresenta ovviamente la dolcezza e la mela ha implicazioni cabalistiche.

La testa di agnello o pecora si mangia per ricordare il sacrificio di Isacco e per simboleggiare il nostro desiderio di essere sempre in posizione di testa e non di coda. Altri preferiscono la testa di pesce perché anche il pesce significa moltiplicazione ed abbondanza.

Si mangiano anche carote perché la parola corrispondente in Yiddish, mehren, significa aumentare, volendo indicare così la speranza che i nostri meriti possano crescere.

Molti usano evitare alimenti aspri, perché simboleggiano amarezza. Alcune autorità rabbiniche dicono che non si devono mangiare noci perché la parola ebraica per noci, egòz, ha lo stesso valore numerico della parola ebraica chet, che siginfica peccato.

Alcuni rabbini vedono nel simbolismo un'espressione di fede perché i simboli significano che tutto ciò che D-o fa è dolce e buono.

Da comprendersi, naturalmente, che le cerimonie a tavola in se stesse non bastano per ottenere la misericordia e il favore di D-o. Sono efficaci quando servono a risvegliare in chi le osserva il pentimento e a rinnovare la fede. Si spera che D-o sia misericordioso e che benedica il Suo popolo con un nuovo anno felice e dolce.