Risposta: Suonare lo shofar di Rosh Hashanà è un precetto biblico, che vige in qualsiasi giorno capiti la festività; tuttavia la Mishnà dice che non lo si suona quando Rosh Hashanà cade di Shabbat:

“Se la festività di Rosh Hashanà cade di Shabbat, lo shofar viene suonato nel Tempio Santo, ma non nel resto del Paese” (Rosh Hashanà 29b).

Il Talmùd spiega il motivo di questa norma sorprendente:

“Rabbà disse: Tutti sono obbligati a suonare lo shofar ma non tutti sono qualificati a suonarlo. Perciò esiste il pericolo che si prenda lo shofar e si vada da un esperto per imparare [come suonarlo correttamente] e lo si trasporti per quattro cubiti nel dominio pubblico [un atto proibito di Shabbat]”.

I Saggi avevano l’autorità e il potere di modificare un precetto della Torà, nel senso di vietare qualcosa che la Torà permette (non potevano in nessun caso permettere qualcosa che la Torà vieti!), e il nostro obbligo di seguire le direttive dei Saggi è contenuto nel versetto “E farete secondo la parola che essi vi dicono, dal posto che D-o sceglierà, e la osserverete per fare tutto come vi istruiranno” (Deut. 17:10).

In molti discorsi chassidici si spiega che non è concepibile che i Saggi privino il popolo d’Israele dei benefici di una delle mitzvòt più importanti che abbiamo, solamente per via di alcune persone ignoranti che potrebbero sbagliare! Si deve per forza concludere che i Saggi sapevano che di Shabbat non è proprio necessario suonare lo shofar, poiché ciò che espletiamo solitamente con il suono dello shofar, di Shabbat si compie automaticamente.

Lo scopo dello shofar è di rinnovare il piacere che D-o prova nelle Sue opere, in particolare nella creazione di questo mondo, affinché Egli voglia continuare a infondere la vitalità di cui il mondo necessita per continuare a esistere. Se Egli si delizia con noi, ha motivo di continuare a crearci e di avere un rapporto con noi.

Il tema principale di Shabbat è anch’esso il piacere e la delizia. “Chiama lo Shabbat ‘delizia’” dice il profeta Isaia, cosa che facciamo con i pasti festivi. E ciò che D-o ci ingiunge a fare, lo fa anche Lui, pertanto di Shabbat già esistono la delizia e il desiderio di proseguire con questo mondo e con il rapporto che abbiamo, e non è necessario suonare lo shofar per rinnovare tutto ciò.

Ciò detto, il livello di piacere Divino evocato tramite il suono dello shofar nel Bet Hamikdash, il luogo dove la presenza di D-o era manifesta, è un piacere più elevato di quello che prodotto di Shabbat, e per questo motivo, nel Tempio lo shofar veniva suonato anche quando Rosh Hashanà cadeva di Shabbat.

Speriamo di meritare presto di sentire il suono del “Grande Shofar” che verrà suonato nel giorno della Redenzione: “E accadrà in quel giorno che un grande shofar verrà suonato, e coloro che sono persi nella Terra di Assiria e coloro che sono esiliati nella Terra d’Egitto verranno, e si inchineranno dinanzi a D-o nel monte santo di Gerusalemme” (Isaia 27:13).

Il “Grande Shofar” simboleggia il massimo livello di delizia, più elevato di qualsiasi altro piacere suscitato nei Templi Santi del passato, ossia il piacere che D-o prova in ogni Sua creatura in ognuno dei Suoi figli.

Ed è proprio questa rivelazione, il grandioso suono dello shofar, che toccherà i cuori degli ebrei più lontani, coloro che sono esiliati in Siria ed Egitto, e accenderà dentro di loro il desiderio di tornare nel luogo a cui essi appartengono veramente: il monte santo di Gerusalemme.

Sinceri auguri di shana tova umetuka