In cosa consiste l'usanza del Tashlich e qual'è la sua origine?

Tashlich consiste nel recitare preghiere speciali in riva ad un fiume, il mare o un altro copro d’acqua, ove, preferibilmente, ci debbano essere dei pesci. Il Tashlich si dice il primo giorno di Rosh Hashanà. Se cade di sabato si rimanda al giorno seguente, per evitare che qualcuno inavvertitamente trasportasse un libro di preghiere fino al fiume e così trasgredisca la proibizione di trasportare in luogo pubblico di Shabbat. Il termine Tashlich che significa buttar via indica la base biblica di questa usanza.

“E tu butterai via le trasgressioni di Israele, nel profondo dei mare” (Mica 7:19). Dopo aver recitato la preghiera è uso spolverarsi le vesti per simbolicamente liberarsi del peccato tramite questo gesto.

Questa cerimonia è basata su evento accaduto nel passato dei nostri avi, infatti, mentre Avrahàm si dirigeva al monte Morià per sacrificare suo figlio Isaac, Avrahàm trovò il cammino bloccato dall'acqua. Senza scomporsi, Avrahàm entrò nell'acqua, deciso a compiere il suo destino. Quando l'acqua gli arrivò alle spalle chiamò D-o perché lo aiutasse.

D-o fece in maniera che le acque si abbassassero e promise ad Avrahàm che proprio egli, Abraham sarebbe stato scelto (privilegiato), per diffondere il nome di D-o in tutte le direzioni della terra. Questo fatto, rivela il Midrash, successe di Rosh Hashanà. Così, durante Rosh Hashanà i discendenti di Avrahàm, il popolo d'Israele, anch'essi fanno orazioni vicino all'acqua affinché l'Onnipotente possa agire misericordiosamente nei loro riguardi, grazie alla devozione dimostrata dai loro avi.

L'acqua profonda simbolizza la creazione del mondo commemorata Rosh Hashanà. Durante i giorni di pentimento è pertanto appropriato stare vicino all'acqua ripromettendoci nuovamente di dedicarci al nostro Creatore.

Nei giorni dell'esilio, lo spirito di D-o fu rivelato ai profeti vicino alle acque (che simbolizzano il concetto di purezza) (Ezechiele 11,3; Daniel 8,2) così la preghiera vicino l'acqua è conforme al nostro sforzo verso la purezza e verso la sacra presenza di D-o in questo solenne periodo di pentimento.

Così come l'acqua è in continuo movimento, anche l'uomo non deve rimanere nel peccato ma cambiare, liberandosi dal male, nel seguire il suo cammino.

Il Talmùd richiama l'attenzione sul fatto che la consacrazione dei re nell'antica Israele veniva fatta vicino l'acqua, per simbolizzare la speranza che il loro regno si svolgesse in maniera soave come il fluire dell'acqua. Così in Rosh Hashanà, gli israeliti di oggi s'incamminano verso un rivo d'acqua, nello stesso modo, per proclamare la sovranità dei Re dei Re, pregando che il Suo Regno sia soave e che possa dispensare protezione eterna al Suo popolo.

L'acqua che sempre si assesta ad uno stesso livello, è il simbolo di quella stessa umiltà al quale Israele dovrebbe rimanere di fronte a D-o nel Giorno del Giudizio.

Secondo alcuni commenti, il Tashlich commemora l'occasione durante la quale Ezra e Nehemia riunirono il popolo in Rosh Hashanà, secondo ciò che è scritto. “E tutto il popolo si riunì come un solo uomo nella via che era stata la porta delle acque”. (Nehemia 8:1)

Il Tashlich si recita di preferenza vicino ad acqua nella quale ci siano pesci per ricordare agli uomini che, come i pesci sono pescati in reti, l'uomo sarà imbrigliato nella rete dei propri peccati, a meno che non si penta.

Così come il pesce protetto dall'acqua nella quale vive, si moltiplica, anche noi chiediamo che, sotto la protezione di D-o possiamo aumentare in forza e numero.

Così come gli occhi dei pesci sono sempre aperti, così noi supplichiamo D-o che sorvegli sempre il Suo popolo.