Qual è l'origine di alcune delle melodie solenni cantate in sinagoga nei grandi Giorni Santi?
Risposta
Alcune di queste melodie si rifanno ai giorni dell'Inquisizione spagnola nel sec. XV, quando gli ebrei di Spagna dovevano scegliere tra l’abbandonare la propria religione o la morte. Molti fingevano di rinunciare alla propria fede, ma continuavano ad osservarla di nascosto. Questi ebrei, chiamati Marrani, cantavano certe melodie come segnale per evitare l’arresto. Inoltre, queste melodie cantate dagli ebrei rischiando la vita stimolavano altri correligionari a pregare dal profondo del cuore e dell'anima. Queste melodie tradizionali sono state tramandate di generazione in generazione ed attualmente uniscono i cuori di tutti gli ebrei, ovunque essi siano.
Qual'è il saluto tradizionale di Rosh-Hashanà e quando viene fatto?
Risposta
Si usa salutare gli amici la prima notte di Rosh Hashanà con la benedizione dell'anno nuovo: « sia tu scritto e sigillato per un buon anno ». D'accordo con alcune autorità, questo saluto non si fà il mattino di Rosh Hashanà, perché il Talmud afferma che i giusti, al contrario dei peccatori, sono scritti per un buon anno quasi immediatamente ossia, nelle prime tre ore dell'anno nuovo. Pertanto, salutare un amico in questa maniera dopo le tre ore significa che egli non fà parte dei giusti.
Perché si recita il Salmo 47 ben sette volte prima di suonare lo Shofàr?
Risposta n. 1
Questo Salmo fu scelto per essere cantato come introduzione al suono dello Shofàr, poiché menziona lo Shofàr varie volte. Siccome Rosh-Hashanà è l'anniversario della creazione del mondo e dei sette cieli, recitiamo questo salmo sette volte prima del suono dello Shofàr per proclamare la sovranità di D-o.
Risposta n. 2
Il nome di D-o è menzionato sette volte in questo salmo perciò lo recitiamo sette volte per ricordarci che D-o ci giudicherà in questo giorno solenne. Lo Shofàr si suona per risvegliare la misericordia di D-o mentre Egli ci sta giudicando.
Risposta n. 3
Josué ed il suo esercito accerchiarono la città di Gerico sette volte. La settima volta i sacerdoti fecero suonare lo Shofàr ed i muri della città si disintegrarono (Josué 6:20). L'impulso al male è egualmente un muro, che rimane tra D-o e l'uomo. Nel recitare questo salmo con reale devozione, speriamo di disfarci di questo ostacolo come le mura di Gerico, per liberarci della forza dei male che ci impedisce di servire D-o.
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