Secondo i saggi, uno dei motivi per cui D-o ha scelto il mese di Tishrì per giudicare l'uomo è dato dal fatto che Tishrì è il mese del calendario ebraico con il maggior numero di mitzvòt: il primo del mese cade Rosh Hashanà, dopo due giorni vi è il digiuno di Ghedalià, il dieci del mese cade Yom Kippùr, il quindici inizia la festa di Sukkòt con la mitzvà del lulàv e della Sukkà. Per finire, in Tishrì cade anche la festa di Sheminì `Atzèret. In questo modo D-o dà l'opportunità a tutti gli Ebrei di compiere il maggior numero possibile di mitzvòt che possono servire come scudo per la punizione.
Tzaddìk, Rashà e Benonì
Abbiamo visto che nel giorno di Rosh Hashanà vi sono tre libri aperti davanti a Dio nei quali verranno iscritti i reshaìm (malvagi), gli tzaddikìm (i giusti) e i benonìm (chi non è né giusto né malvagio).
Per tzaddìk si intende colui che ha anche una sola mitzvà in più del numero delle `averòt (azioni peccaminose) commesse. Rashà, al contrario, è colui che ha anche una sola `averà in più delle mitzvòt che ha messo in pratica.
Per benonì si intende colui che ha lo stesso numero di mitzvòt e di `averòt.
I saggi ci insegnano che ognuno, nel Rosh Hashanà, dovrebbe considerare se stesso come un benonì, ossia pensare che gli basterebbe una sola mitzvà per essere tzaddìk, ma contemporaneamente, gli basterebbe una sola `averà per diventare rashà e conseguentemente far pendere la bilancia dalla parte della punizione.
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