Domanda: Da dove sappiamo che è necessario usare proprio un cedro per le Quattro Specie durante Sukkòt e che non si può usare un limone o un'arancia?

Risposta: La Torà in Levitico 23,40 descrive il frutto come פרי עץ הדר – perì etz hadàr, ovvero ‘il frutto di un albero che è hadàr’: cosa significa "hadàr"?

È risaputo sin dai tempi di Mosè che tale frutto è un etrog, un cedro. Non c’è mai stata un’epoca in cui la natura del frutto fosse dubbia; ogni generazione ha trasmesso alla successiva le nozioni riguardo al frutto necessario per compiere la mitzvà delle Quattro Specie (vedi Maimonide, introduzione a Seder Z’raim).

Il significato semplice della parola "hadàr" è "bellissimo". L’Ibn Ezra scrive nel commento sul verso sopra citato che l’etrog è rinomato come il più bello di tutti i frutti, e che quando la Torà ci istruisce di prendere un frutto bellissimo, l’unico candidato possibile è proprio l’etrog.

Nachmanide scrive nel suo commento allo stesso verso che "hadàr" è il termine Ebraico antico per "etrog", e che "etrog" è il termine Aramaico. Secondo questa interpretazione il versetto ci sta comandando di prendere il frutto dell’albero del cedro.

Sapendo che il termine hadàr si riferisce appunto all’etrog, dal verso citato sopra i saggi del Talmùd, in Sukkah 35a, ricavarono diverse spiegazioni sulle proprietà particolari di questo frutto.

a. Dalle parole ‘il frutto dell’albero’, il Talmùd deduce che esse si riferiscono a un albero che ha un gusto simile a quello del frutto che produce. In effetti il legno di cedro ha un gusto simile al suo frutto.

b. Rabbi Yehudà Hanasì fa presente che la parola הדר hadàr può anche essere interpretata come הדיר – un recinto per pecore. Allo stesso modo come un recinto contiene sia animali giovani che maturi, così pure l’albero in questione ha contemporaneamente frutti nuovi e vecchi . Questo si riferisce di nuovo all’albero dell’etrog poiché i suoi frutti continuano a crescere in ogni stagione permettendo a un singolo albero di avere frutti in diversi stadi di crescita.

c. Rabbi Abahu suggerisce che "hadàr" significa anche ‘residente’: ciò significa che questo è il frutto che "risiede" nel suo albero, un riferimento al periodo lungo di crescita dell’etrog.

d. Ben Azai dice che hadàr ha la stessa etimologia del termine greco hudr - acqua, dal quale deriva la parola inglese hydration - idratazione: un ulteriore riferimento al fatto che l’albero di cedro necessita di una quantità di acqua maggiore di altri alberi.

Come ho scritto prima, questi approfondimenti sono puramente accademici poiché il nostro popolo sa che il frutto che bisogna prendere per le Quattro Specie è quello del cedro dai tempi del Monte Sinai.

Ulteriori informazioni sulla mitzvà delle Quattro Specie sul sito chabadroma.org

Rav Menachem Posner per gentile concessione di Chabad.org