Ecco il computo… del Tabernacolo che contiene l’Arca della Testimonianza (Esodo 38, 21)
Rashi spiega che la parola Mishkàn, scritta due volte nel testo – nella traduzione italiana la prima volta è resa con Tabernacolo, mentre la seconda con Arca – contiene un allusione al Santuario. Il commentatore fa notare, inoltre, come la medesima parola si scriva, in ebraico, con le stesse lettere usate per la parola mashkòn, che significa pegno. La parola Pekudé, in questo contesto computo, potrebbe anche significare in assenza. Rashi interpreta il versetto come un riferimento alla perdita del Santuario di Gerusalemme, che D-o prese da Israèl come pegno, appunto, e che non sarà reso fino a quando il popolo non rettificherà il proprio comportamento.
I commentatori spesso dicono che, poiché D-o e la Torà sono la stessa cosa (Zòhar), D-o non fa mai qualche cosa che sia in contrasto con le leggi della Torà, ovviamente. È possibile, tuttavia, domandarsi: dal momento che la Torà proibisce di prendere in pegno da un’altra persona qualsiasi cosa sia di vitale importanza per la sua stessa esistenza (Devarìm 24, 6), come poté D-o prendere proprio il Santuario come pegno da Israel?
La risposta è dolorosamente semplice. Se il Santuario avesse realmente mantenuto e svolto il ruolo, che gli è proprio, di vitale importanza nella realtà del popolo ebraico, non gli sarebbe stato tolto. Israèl perse il Santuario proprio perché quest’ultimo aveva cessato di essere il cuore e l’anima della sua esistenza.
Si prega quotidianamente per la ricostruzione del Santuario e per il ritorno della Gloria del Signore a Gerusalemme, ma si prega veramente con profonda intensità? Proprio con quella stessa profondità, concentrazione e convinzione che ciascuno sarebbe capace di toccare nel chiedere che gli venisse ripristinato un bene terreno e materiale che gli è stato sottratto?
Si può essere sicuri che, quando il Santuario assumerà un’importanza veramente vitale per noi e quando capiremo che è essenziale per la nostra stessa vita, allora D-o onorerà il precetto della Torà e ne restaurerà la sua presenza sulla terra.
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