Questa è la legge relativa a colui che è colpito dalla tzaràat (lebbra): quando sia giunto il momento della sua purificazione, egli verrà portato dal sacerdote (Levitico 14, 2).
Il brano tratta di alcune malattie della pelle che colpiscono l’uomo, difficilmente identificabili, come in questo caso, in cui qualcuno interpreta la parola ebraica come tzaràat lebbra.
Alcuni maestri ritengono che tale malattia colpisca coloro che parlano male del prossimo, interpretando la parola che indica il malato come se fosse una sigla: metzorà, ovvero Motzì Shem Ra, colui che fa uscire un nome cattivo (su una persona).
Il midràsh che segue parla del precetto riguardante la maldicenza.
Questa è la legge relativa al colpito da tzaràat, come è scritto: Chi è colui che desidera la vita, che desidera lunghi giorni per essere felice? Preserva la tua lingua dal male e le tue labbra dal pronunciare parole di frode (Sèfer Tehillìm).
C’era un ambulante che girava per le cittadine vicino a Tzipporì e annunciava: «Chi vuol comprare l’elisir della vita?». Tutti accorrevano all’invito spingendosi l’un l’altro.
Rabbi Yannay era seduto non distante e studiava la Torà.
A un certo momento rabbi Yannay si rivolse all’ambulante: «Avvicinati e vendimi l’elisir».
Gli rispose: «Tu e tutte le persone come te non ne hanno bisogno».
Tuttavia rabbi Yannay insistette e allora l’ambulante andò da lui. Tirò fuori il libro del Salmi e mostrò a rabbi Yannay un versetto: Chi è l’uomo che desidera la vita… cosa c’è scritto dopo? Custodisci la tua lingua dal male.
Disse rabbi Yannay: «Tutta la vita ho letto questo versetto e non mi sono accorto quanto fosse facile da mettere in pratica, finché venne questo ambulante e me lo fece vedere: Chi è l’uomo che desidera la vita….
Per ciò Moshé ammonisce Israèl e dice: «Questa è la legge di colui che è colpito da tzaràat, la legge di colui che fa uscire un cattivo nome…». (Vayiqra Rabba 16, 2).
Ci si chiede: che cosa ha imparato di nuovo rabbi Yannay dall’ambulante?
Per capirlo è necessario leggere tutti i versetti del Salmo che quest’ultimo mostra al rabbi:
« Chi è colui che desidera la vita, che desidera lunghi giorni per essere felice? Preserva la tua lingua dal male e le tue labbra dal pronunciare parole di frode. Evita il male e opera il bene, cerca la pace e sforzati di conseguirla (Tehillìm…).
Chi è colui che desidera la vita secondo le parole del salmista? Colui che preserva la lingua dal male rifuggendolo e operando il bene; fare il bene e evitare il male significa osservare tutti i precetti della legge della Torà, cosa affatto facile. Se non ché, qui è la novità, l’ambulante mostra i versetti tralasciando l’ultima parte, che riguarda l’osservanza completa dei precetti dati da D-o, volendo con ciò sostenere che, se una persona rispetta la norma che dice di non parlare male degli altri, che è in sé un precetto difficilissimo da mettere in pratica, al punto che veramente pochi sono coloro che riescono, ciò è sufficiente a fargli guadagnare la vita. Infatti se qualcuno riesce a rispettare questa legge così impegnativa, certamente riuscirà a osservare tutte le mitzvòt e, quindi, a guadagnare per sé l’elisir della vita.
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