La storia seguente è attribuita a Billy Rose, che la udì dal pilota del Gen. Douglas Mac Arthur, Col Antony Story.

I Comunisti della Corea del Nord attaccarono la Corea del Sud nel 1950. Molti soldati americani facevano parte delle forze delle Nazioni Unite che furono inviate ad aiutare la Corea del Sud. Fra questi soldati c'erano molti ragazzi ebrei.

La guerra durò fino al 1953 e come in tutte le guerre, atti di eroismo erano memorizzati, detti e ridetti. Una di queste storie riguardava un giovane soldato a Yom Kippùr.

In uno dei reggimenti dei corpi della Marina che combatteva nel porto della città sud coreana di Incheon c'era un caporale di nome Abraham Geller. Abe era figlio di un Rabbino e venne allevato nel Lower East Side di New York.

Nonostante il sonno fosse così importante per questi giovani ragazzi che combattevano al fronte, Abe non mancò mai di alzarsi mezz'ora prima di tutto il resto del suo reggimento, mettere i suoi tefillìn e tallìt e dire le preghiere del mattino. Il tempo di terminare ed ecco che tutti i ragazzi si svegliavano.

Durante il corso di addestramento, il reggimento di Abe attraversò la strada Seoul-Raesong. I nord coreani erano nascosti in tutte le risaie e i campi, e gli uomini venivano costantemente bombardati dalle loro pallottole. Al crepuscolo, i soldati furono felici di scavare nelle loro trincee e provare a dormire per poche ore, nonostante i campi di riso fossero freddi e bagnati. Sapevano che l'ultima battaglia per la capitale Seoul era fissata per l'alba, ed era particolarmente importante che dormissero per essere preparati. Era un'ora prima dell'alba ed eccetto le sentinelle solo due uomini della compagnia erano svegli: il caporale Abe Geller era chino suoi suoi libri di preghiera e il capitano George O'Connor studiava il campo di battaglia cercando di stabilire i migliori punti per le posizioni delle sue truppe per le successive battaglie.

Quando Abe terminò di pregare il capitano disse: vai e prendi una tazza di caffè.

«Grazie capitano» disse Abe «ma oggi è Yom Kippùr. È il nostro giorno più sacro ed è giorno di digiuno e non mangerò prima di notte». «Vuoi dire che digiunerai il giorno che irromperemo su Seoul?» chiese il capitano.

Il ragazzo del Lower East Side sorrise: «credo che ho una riserva abbastanza abbondante di calorie per almeno 24 ore e non mi mancheranno» disse.

Sfortunatamente i marines incorsero in molti problemi durante la battaglia dei primo giorno, cercando di entrare a Seoul. Al tramonto gli uomini del capitano O'Connor si inoltrarono attraverso un campo ricoperto di Nord Coreani ormai morti. Tuttavia, un nemico nonostante fosse gravemente ferito, faceva solo finta di essere morto.

Non appena l'ufficiale americano fu a distanza ravvicinata, egli rotolò su un lato e puntò la pistola.

Abe era a pochi passi di distanza dal Capitano O'Connor e vide l'azione del soldato Nord Coreano. Tirò fuori la sua baionetta e si tuffò sul soldato nemico, ma mentre lo uccideva veniva colpito con tre pallottole destinate ad O'Connor.

Il capitano fece il possibile per Abe, ma a questo punto la situazione era molto tesa nel campo e dovette rimanere al comando della compagnia. Passarono quasi tre ore prima che il caporale ricevesse della penicillina e fosse portato in un ospedale da campo.

Lì fu operato, l'operazione durò più di un'ora e quando il chirurgo finalmente uscì, il capitano O'Connor lo aspettava.

«Come stà?» chiese il capitano preoccupato.

«Il ragazzo è fuori pericolo», rispose il chirurgo.

«Avevo paura che non ce la facesse», disse O'Connor.

«Anch'io» fece il chirurgo. «Le pallottole hanno attraversato lo stomaco e l'intestino. Ferite del genere, di solito sono fatali se non viene somministrata subito la penicillina».

«Non capisco esattamente cosa stai dicendo» disse il capitano, «ma il fatto che sia sopravvissuto sembra un miracolo».

«Si potrebbe anche dire di sì» disse il chirurgo. «Geller deve la sua vita al fatto che quando fu ferito il suo stomaco era vuoto». Nella lontana Corea, sul fronte della battaglia, una vita fu salvata perché un giovane digiunò di Yom Kippùr.