R. Yossef Yitzchak di Lubavitch stava per intraprendere un viaggio e il padre, il Rebbe Shalom Dovber, gli chiese di fare un favore per una persona che ne aveva bisogno.
Quando tornò disse al padre "ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto, ed ho fatto il favore per quella persona".
"Sbagli - rispose il padre - hai fatto un favore a te stesso, non a lui. E' Hashèm che ha fatto un favore a lui, facendogli trovare degli agenti attraverso il quali la Sua Providenza ha agito. Ti racconto una storia:
"Nell'anno 1888, quando qui in Russia l'antisemitismo era sfrenato e in molte località i nostri nemici incitavano i cittadini a scatenare la loro furia contro gli ebrei, il mio padre, R. Shemuel Schneersohn, partì per S. Pietroburgo per cercare di fare qualcosa.
"Mio padre aveva molti legami con persone di alto rango nel governo e pochi giorni dopo il suo arrivo nella capitale riuscì a far sopprimere l'ardore dei fautori dei pogrom. Tuttavi, per poter assicurare che la cosa ritenga una natura ufficiale e più duratura, gli era stato consigliato di organizzare un incontro presso il ministro degli interni e il presidente del senato, accompagnato da un gruppo rappresentativo di tutta la popolazione ebraica inclusi i "maskilìm" - [membri della 'haskalà', movimento con lo scopo di integrare l'ebraismo e gli ebrei nella società circostante, che portò risultati devastanti in termini di assimilazione].
"Quando mio padre tornò dal suo viaggio, convocò un incontro con le guide dei maskilìm, propose dei progetti e suggerì loro di scegliere alcuni del gruppo che li avrebbero rappresentati per gli incontri nella capitale. Tuttavia, visto che mio padre spesso ignorava le loro opinioni per ciò che riguarda il suo operato per il bene del pubblico, loro rimasero un po' scocciati dalle sue proposte. Uno di loro disse: 'Non siamo dei pezzi di legno da muovere come delle pedine. Se ci considera importanti, ci prenda in considerazione sempre; se no - allora potrebbe fare a meno di noi anche in questo momento!'
"Mio padre rispose: 'Nella Meghillà leggiamo l'avvertimento di Mordechai ad Ester: Se tu dovessi rimanere in silenzio in questo momento, la salvezza giungerebbe agli ebrei da un'altra parte mentre tu e la casa di tuo padre ("at ubet avìch") perirete. Sono certo - disse mio padre - che la salvezza giungerà agli ebrei. Se decidete di non partecipare, questa arrivare 'da un'altra parte', ma poi 'tu e la casa di tuo padre perirete', ovvero avreste perso un'opportunità.
"Una persona deve sempre tenere in mente - concluse il Rebbe Shalom Dovber - che qualora facesse una beneficenza per il prossimo, il favore lo farebbe a sé stesso. Una persona deve ricordare ed avere fede che "la salvezza arriverà", se non sarà lui ad aiutare chi ne ha bisogno, sarà qualcun altro, ma "tu e la casa di tuo padre perirete". Nel senso kabalistico questo parole alludono al seguente: "Tu" allude alla scintilla dell'anima, la neshamà, che si veste nel corpo della persona mentre "la casa di tuo padre" allude alla radice della neshamà nel Cielo.
"Il vero bene per entrambi gli aspetti dell'anima, deriva e dipende dal comportamento e dal servizio che la persona mette in atto in questo mondo. Per questo è importante fare attenzione a non perdere il privilegio che Hashèm ci dà quando si crea l'opportunità per aiutare il prossimo".
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