Il chassìd Rav Mendel Futerfas z.l. era stato arrestato dai sovietici e mandato in Siberia dove trascorse quattordici anni in vari campi di lavoro forzato. Il crimine? Le attività "contro-rivoluzionare" legate all'educazione e alla vita ebraica che svolgeva, mettendosi appunto in grande pericolo.
"Reb Mendel", come era affettuosamente conosciuto, raccontava molti episodi dei suoi anni di prigionia e traeva da ognuno di questi delle lezioni per il servizio di Hashèm. Segue uno dei suoi racconti.
Un giorno i detenuti decisero di fare una partita a carte, cosa assolutamente vietato secondo il regolamento del carcere. Inizialmente fecero attenzione a non fare rumore ma di seguito, presi dall'intensità della partita si "dimenticarono" momentaneamente che si trovavano in prigione...
Una guardia udì il rumore e capì che i prigionieri erano presi dal gioco vietato. Aprì la porta della cella e entrò arrabbiato, chiedendo di dargli le carte. In un attimo le carte scomparvero.
"A quali carte ti riferisci?! Qui è vietato giocare a carte!"
Il guardiano, che era molto stanco, si fece convincere e uscì dalla cella.
Pochi attimi dopo, Reb Mendel rimase a bocca aperta quando vide che ognuno dei
giocatori aveva già in mano le proprie carte e la partita proseguì come nulla
fosse...
Di nuovo la partita diventò animata e le voci si alzarano e arrivarono alle
orecchie del guardiano. Questa volta ancora più arrabbiato aprì la porta e fece
mettere al muro tutti i prigionieri, per poi procedere alla perquisizione di
ognuno di loro. Nella cella non c'era alcun mobile o nascondiglio ma nonostante
ciò il guardiano non riuscì a trovare le carte.
Dopo che il guardiano uscì dalla cella Reb Mendel chiese spiegazioni al
capogruppo. "A me non puoi raccontare storie - disse - poiché ho visto con
i miei occhi come stavato giocando a carte! Ma dove sono sparite? Siete forse
dei maghi?!"
"Non te lo possiamo rivelare - rispose il capogruppo con un mezzo sorriso
- sicuramente andrai subito a raccontare alle guardie ciò che hai
saputo..."
Reb Mendel riuscì però a convincere il prigioniero che non avrebbe fatto una
cosa simile e dopo molte richieste questo finalmente gli disse: "Noi non
siamo mica qui per aver rubato un pezzo di pane dal forno... Abbiamo anni di
esperienza nel campo dei furti al livello professionale... Ascolta, è molto
semplice. Nel momento in cui sentiamo la chiave nel buco della serratura,
raccogliamo velocissimamente tutte le carte e nel momento in cui entra la
guardia le infiliamo nella sua tasca. Certo, lui ci perquisisce ma non gli
viene in mente di controllare le proprie tasche!"
Reb Mendel raccontava l'episodio agli altri chassidìm e concludeva: Siamo molto
bravi a controllare gli altri, a dire che il loro comportamento è davvero
terribile, ecc., simile a quel guardiano che perquisiva i prigionieri ma si
dimenticava che innanzitutto avrebbe dovuto controllare se stesso...
Dal libro "Reb Mendel"
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