È scritto nel Talmùd: “Una persona è obbligata a dire: Il mondo intero è stato creato per me.” Sanhedrìn 37ª.

Per un bambino questo è un fatto ovvio. Lui o lei è ed è il centro e il fulcro di tutti. Il padre e la madre e il resto dell’universo esistono meramente per occuparsi delle sue necessità.

Gli aspetti indesiderabili di un atteggiamento del genere sono ovvi e occorre rimuovere gli aspetti negativi degli istinti basilari dell’uomo – infatti l’educazione ruota attorno a questo. Ma l’istinto egocentrico che un bambino incarna ha un aspetto positivo. Infatti un bambino non si pone problemi sul quanto sia insignificante davanti ai billioni di esseri umani e alla grandezza dell’universo! Un bambino è interamente convinto che la sua esistenza ha un significato e che le sue azioni abbiano importanza.

È proprio questo "bambino interiore che ognuno di noi ha", che dobbiamo imparare a coltivare; ovvero la convinzione che ogni nostro pensiero e ogni nostra azione abbiano un significato vero e perfino globale.

Sappiamo che uno starnuto nel New Jersey può causare una tempesta in Cina. Possiamo dire lo stesso sull’universo sociale? Può una singola azione, un’unica parola o un pensiero da noi espresso risuonare in billioni di vite?

Chiedi a tuo figlio. O al bambino che è in te.

Basato sugli insegnamenti del Rebbe di Lubavitch, tratto da Chabad.org