Un ebreo ed un greco discutevano su quale delle rispettive nazioni avesse il primato riguardo le invenzioni che formarono le basi dell'attuale tecnologia. Il greco naturalmente sosteneva la propria nazione e per essere più convincente raccontò di un incidente che successe al suo bisnonno mentre guidava una carrozza. Lungo il cammino una ruota si allentò e dovette fermarsi, e così andò a cercare qualcosa per legare la ruota al carro, cercò e cercò finché non trovò ciò di cui aveva bisogno, un pezzo di filo metallico che sbucava dalla terra. Ciò prova, concluse il greco con orgoglio, che il mio popolo aveva già un mezzo di comunicazione.
L'ebreo mise in dubbio questa prova, e raccontò per quanto strano potesse sembrare che anche suo nonno ebbe un incidente simile, anche lui andò a cercare qualcosa per legare la ruota ma non trovò alcun filo metallico, così l'ebreo dichiarò trionfalmente che questa era la prova che fino ad allora eravamo privi di fili metallici.
Ma c'è un'invenzione originale di cui non ci possono essere dubbi, che ne siamo assolutamente pionieri, ed è la carta di credito ebraica, che è onorata per cibo, locazione e atmosfera una vera casa fuori di casa, ed è accettata in molti più posti del mondo di qualunque altra carta di credito, e ancor di più, il prezzo è sempre giusto.
La carta di credito ebraica di cui parliamo è la mezuzà. Questa carta di credito non è ammessa da una banca o da un governo, ma è un prodotto della Torà, che come dicono i nostri saggi comincia con chessed, bontà, e finisce con chessed. Questi due atti sono stati compiuti da D-o stesso facendo inizialmente vestiti per Adamo ed Eva ed infine occupandosi Lui stesso della sepoltura di Moshè Rabbenu.
Si diventa specialmente consci del ruolo indiretto ma effettivo della mezuzà quando una persona si trova in un luogo straniero, dove non conosce nessuno e non capisce la lingua. Ed allora che cosa potrebbe essere più bello della vista della mezuzà che significa non sei più perso, che sei in mezzo ad amici. Nessun altro possiede una tale carta di credito, non può essere acquistata per soldi, è senza prezzo, è unicamente ebraica.
In casa o in albergo la mezuzà ti dà il benvenuto in modo discreto. Ma quando uno è per la strada, com'è detto nello Shemà (mentre cammini per via) allora il suo ruolo diventa cruciale. Anticamente c'erano molti ebrei pellegrini, mendicanti, che andavano di città in città senza soldi, ma sapevano che la mezuzà sulla porta (con rare eccezioni) significava che c'era qualcosa da mangiare ed un posto dove riposare.
Tuttavia la mezuzà non è solamente importante per il povero, il senzatetto o il bisognoso, bensì lo è anche per il benestante. Anche per lui, il potersi ritrovare in un posto dove c'è una mezuzà gli dà un senso di benessere. Per esempio passare lo Shabbat o le festività in un hotel dove c'è la mezuzà rende il suo soggiorno molto più confortevole. Per le famiglie ebree avere ospiti specialmente di Pesach è un grande privilegio. Non è atteggiamento sciovinista per l'ebreo affermare di avere un monopolio esclusivo nel campo dell'ospitalità. Per esempio lessi anni fa, che alcune persone di colore trovandosi in viaggio subirono delle forti discriminazioni, non erano accettati dagli alberghi, costretti a dormire nelle automobili, ma cosa più abominevole non erano accettati nelle case delle persone di colore del luogo. Per fortuna, gli ebrei, durante tutti questi secoli di esilio, anche durante le più aspre persecuzioni hanno sempre saputo che dove c'è la mezuzà c'è un luogo sicuro.
Certamente, uno degli eventi della nostra storia più belli è stata la nascita di Israele, che garantisce ad ogni ebreo una nuova vita sotto il nome della Legge del Ritorno. Per poter apprezzare questa eccezionale qualità ebraica di chesed (bontà) nazionale, basta guardare oltre il confine e vedere lo squallore e la povertà in cui hanno vissuto i cosiddetti profughi arabi per decenni, banditi dalle vicine terre arabe ricche di petrolio.
Lo scopo del sopracitato tributo non è autolode, piuttosto un autoanalisi per vedere se la mezuzà comune ha rimpiazzato quella personale della nostra casa. La grande mizvà di hachanasat orchìm (invitare ospiti), corre il rischio di essere rimpiazzata dagli alberghi che sorgono nelle zone residenziali ebraiche. Gli ospiti possono preferire un hotel ad una casa trovandosi più a proprio agio, avere più comodità, ma che dire del valore incalcolabile del chinuch (educazione) che i bambini ricevono nell'incontrare stranieri e nel doversi stringere nelle loro camere per dare la possibilità di accomodare gli ospiti?.
La vera hiddùr mizvà (esagerare l'abbellimento degli articoli religiosi) della mezuzà non si compie attraverso il costo del contenitore nella quale è posta. Il vero hiddùr è accertarsi che la mezuzà continui ad avere uno dei suoi ruoli che sia messaggio di benvenuto per lo straniero. Le case dei nostri genitori e nonni erano forse molto meno spaziose ma c'era sempre un segnale di libero mostrato attraverso la mezuzà.
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