Non merito (Genesi 32:11).

Il Baal Shem Tov istruì un certo numero di chassidim perché, dopo la sua morte, scegliessero come Rebbe solamente uno tzaddik che, quando gli fosse stato domandato come una persona può liberarsi dalla vanità, rispondesse che non conosceva soluzione per questa richiesta. Se alcuni avessero avuto una risposta, ciò voleva dire che ancora non erano profondi nei meandri del loro stesso cuore, e, per questa ragione, non avevano coscienza delle schegge di vanità che lì erano ancora infisse.

A spiegare questo fatto, il Baal Shem Tov commentò un versetto del Libro dei Salmi: “D-o regna; Egli veste con maestà”. Dato che questa (la maestà), figuratamente parlando, è il vestimento dell'Onnipotente, anch'essa è infinita. Giacché l'impuro lato opposto rispecchia tutto ciò che esiste nel lato santo della Creazione, per questo le pretese e la vanità che nascono dall'impurezza, sono infinite.

Dopo che il Baal Shem Tov passò al Mondo della Verità quel gruppo di chassidim andò da uno tzaddik ad un altro, chiedendo ad ognuno di loro come egli potesse liberarsi dalla vanità. Questi davano una saggia risposta, che i chassidim ascoltavano attentamente e dopo partivano dicendo: Questo non è il Rebbe per noi.

Dopo qualche tempo visitarono il Rav Pinchas di Koritz e fecero a lui la stessa domanda.

“Temo lo stesso pericolo”, egli confessò “e non ho soluzione”.

E fu lui che i chassidim scelsero come loro Rebbe.

Rav Zevin