1. Pesach Shenì significa “Secondo Pesach [sacrificio]”
Quando c'era il Bet Hamikdash, il Tempio di Gerusalemme, gli Ebrei festeggiavano Pesach a Gerusalemme. Il pomeriggio prima della festività, sacrificavano un agnello o un capretto, noto come il Korbàn Pesach (il sacrificio di Pesach) e lo mangiavano quella sera al Seder. Se qualcuno non poteva partecipare al sacrificio nell'ora giusta, offrivano il sacrificio un mese dopo.
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2. È stato spronato dal popolo
Un anno dopo l'Esodo i Figli d'Israele festeggiò il loro primo Pesach come un popolo libero. Tuttavia, alcuni erano diventati ritualmente impuri perché erano venuti in contatto con un corpo morto, per cui non potevano preparare l'offerta quel giorno. Essi chiesero a Moshè ed Aharòn: "perchè dovremmo essere deprivati e non avere la possibilità di portare l'offerta di D-o nel suo tempo, tra i figli di Israele?1
Come risposta alla loro richiesta, il Sign-re stabilì il 14 di Iyar come il Secondo Pesach, Pesach Shenì, in questa data per chiunque non avesse potuto portare l'offerta un mese prima.
3. Si festeggia il 14 Iyar
Il secondo sacrificio di Pesach veniva portato il 14 di Iyar, esattamente un mese dopo che il popolo Ebraico aveva portato il loro sacrificio a Gerusalemme. Questo giorno non era considerato una festività, ricordiamo l'offerta nello stesso giorno nel quale veniva mangiato, il 15 di Iyar.
4. Si mangiava il secondo sacrificio con matzà ed erbe amare
L'agnello veniva arrostito sopra un fuoco e mangiato la sera del 15 di Iyar insieme a matzà e maròr (erbe amare). Non si osservavano li altri riti e precetti del Seder.2
5. Si poteva mangiare anche se c'è chametz in casa
Pesach Shenì riguarda esclusivamente il sacrificio di Pesach, per cui non c'era l'obbligo di eliminare il chametz dalle proprie case. Un'altra differenza tra i due Pesach è che l'Hallel, la preghiera di lode, che si diceva mentre si mangiava il primo sacrificio di Pesach, mentre durante Pesach Shenì non lo si diceva.3
6. Il Secondo Pesach era anche per chi ha trasgredito deliberatamente
È scritto nella Torà che il Secondo Pesach, era inizialmente per chi era ritualmente impuro o troppo distante da Gerusalemme, precisamente (15 mil. Un mil è poco meno di un chilometro. Quindici mil è la distanza che si camminava ad andatura moderata, partendo allo spuntar del sole ed arrivando a Gerusalemme a mezzogiorno. Chiunque viveva più distante di 15 mil era considerato lontano. Ma chiunque altro che non aveva portato il sacrificio la prima volta poteva recuperare di Pesach Shenì, anche coloro che non avevano una scusa giustificata.4
7. Al giorno d'oggi si mangia matzà
Non essendoci il Tempio, non si porta un sacrificio e fin quando arriverà il Mashiach, la funzione principale di Pesach Shenì non sussiste. Tuttavia è usanza ricordare questo giorno mangiando un po' di matzà (senza erbe amare).
Inoltre non si dice Tachanùn (le preghiere di penitenza) durante le preghiere.
8. È una festività indipendente
Nonostante si chiami Secondo Pesach, è un giorno che ricorda un sacrificio distinto. Se ne parla in una legge molto interessante:5
Se una persona si converte all'Ebraismo (oppure un minorenne che non ha partecipato ad un sacrificio di Pesach e diventa bar/bat mitzvà nel mese tra il primo e il secondo Pesach), durante il mese tra il primo ed il secondo Pesach deve portare il sacrificio di Pesach Shenì. Sorge la domanda, se Pesach Shenì è intenzionato come il giorno per coloro che non potevano partecipare al primo round, perche un convertito deve portare un sacrificio? Dopotutto non era ebreo all'epoca? Questo perché Pesach Shenì è una mitzà indipendente e un'opportunità per crescere e migliorare.
9. Un tempo si chiamava "Pesach Minore”
Il 14 di Iyar è la data nel quale si festeggia Pesach Shenì. Tuttavia nella Mishnà viene chiamato Pesach Katàn, il Pesach Minore.6
10. Il messaggio: Non è mai troppo tardi
Pesach Shenì è una mitzvà staordinaria. D-o la stabilì come festività solamente dopo che un gruppo di Ebrei chiese di avere una seconda opportunità. La lezione per noi è chiara: per quanto possiamo vagare e distanziarci o diventare impuri, il Sign-re ci spianerà la strada del ritorno, aiutandoci a fare ammenda.
Allo stesso modo, dice il Rebbe di Lubavitch, sta a noi piangere, implorare ed esigere che il Sign-re porti il Mashiach e la Redenzione Finale. Così come i nostri antenati ritualmente impuri non ebbero timore di esigere un'opportunità per avvicinarsi a D-o, anche noi possiamo emularli.
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