Si stava avvicinando la festa di Sukkot e non c’era nemmeno un etrog in tutta la città di Berditchev, così rabbì Levi Itzchak mandò i suoi discepoli a cercarne qualcuno. Essi incontrarono un viadante che aveva con sé un bellissimo etrog e gli chiesero di andare dal loro Rebbe. Lo straniero andò da rabbi Levi Itzchak, insistendo però che doveva tornare a casa prima di Yom Tov. Il Rebbe ebbe allora un’idea: “Se accetterete di stare qui con l’etrog, ci prometto che dividerò con voi la mia parte nel Mondo a Venire” gli disse. Il viadante accettò subito l’offerta ed entrambi furono soddisfatti dell’affare fatto.

La prima sera di festa, uscito dalla sinagoga, il viadante tornò nella sua camera in affitto e vi trovò pronto un fantastico pasto. Essendo però Sukkot, voleva mangiare nella Sukka e pensò che sicuramente il padrone non avrebbe avuto nulla in contrario. Andò quindi in cortile e trovò tutta la famiglia seduta nella Sukka: per lui, però, non c’era più posto. Infine venne a sapere che il responsabile di quell’impedimento era rabbi Levi Itzchak e corse da lui per chiedergli spiegazioni.

“Perché nessuno mi lascia entrare in Sukka?” pretese di sapere.

“Se rinunciate a dividere con me il Mondo a Venire, allora darò ordine di lasciarvi entrare”.

L’ospite restò perplesso e anche un po’ irritato: cosa doveva fare? Durante tutta la sua vita non aveva mancato di mangiare in Sukka nemmeno una volta, perché mai ora avrebbe dovuto fare diversamente? Forse lui non era come tutti gli altri ebrei? Come avrebbe potuto mangiare fuori? Non aveva scelta.

“Siete sciolto dalla promessa” disse l’ospite a rabbi Levi Itzchak. Quindi corse a mangiare in Sukka.

Appena la festa finì, il Rebbe andò dallo straniero: “Rinnovo la promessa che condividerete la mia parte nel Mondo a Venire - gli disse - volevo solo mostrarvi che non si può ottenere il Mondo a Venire così facilmente, barattandolo come fosse un affare commerciale. Avete dimostrato spirito di sacrificio nel compiere la Mitzva di mangiare in Sukka: ora meritate veramente di avere la certezza di dividere la mia parte in futuro”.