La festività di Chanukà commemora la vittoria degli Asmonei contro i Greci, e la sucessiva rieducazione del Beit Hamikdash. Quando gli Asmonei vollero accendere la Menorà, scoprirono che i Greci avevano contaminato l'olio e poterono trovare solo una bottiglia di puro olio d’oliva sufficiente all'accensione di un solo giorno. L'olio miracolosamente durò otto giorni. Questo miracolo viene commemorato ogni anno dalla mitzvà dell'accensione delle luci di Chanukà.

Differenza nelle luci
I lumi di Chanukà differiscono da tutte le altre luci accese per mitzvà. Ci sono due categorie generali di luci. Alla prima categoria appartengono quelle non per scopo d'illuminazione, ma solo per marchio di rispetto od onore. Per esempio accendiamo lumi in una sinagoga in onore della casa di D-o. Dunque non possiamo usare queste luci dell'Havdalà poiché quelle dell'Havdalà sono specificamente per l'illuminazione.

Nella seconda categoria ci sono luci che sono per scopo d'illuminazione. I lumi di Shabbat, ad esempio, vengono accesi per portare pace alla casa permettendo alla gente di vedere ciò che stan facendo. Lo scopo delle luci della menorà nel Beit Hamikdash era anch'esso per illuminazione come detto: «I sette lumi illumineranno». I lumi di Chanukà sono similmente accesi per diffondere luce.

Ma c'è una differenza fra le luci di Chanukà e quelle di Shabbat e del Beit Hamikdash. L'illuminazione prodotta da queste ultime è per uno scopo specifico: riguardo Shabbat, apportare pace; nel caso del Beit Hamikdash, rendere testimonianza all'umanità che la Presenza Divina risiede in Israele. L'illuminazione delle luci di Chanukà invece non ha nessun altro scopo se non quello dell'illuminazione stessa.

Ci sono altre ragioni per le luci di Chanukà: per esempio, «pubblicizzare il miracolo». Ma queste altre ragioni sono solo sottoprodotti dell'illuminazione delle luci di Chanukà. Il loro fine è l'illuminazione stessa. La prova? Anche quando le luci di Chanukà vengono accese senza pubblicità, la mitzvà è stata compiuta validamente. Ma se i lumi del Shabbat non contribuiscono alla pace - non apportano lo scopo - non si può fare la benedizione su questi lumi.

Trascendendo la Comprensione
La ragione di questo risiede nella speciale natura di Chanukà. Gli elementi di Chanukà - i decreti dei Greci ai tempi degli Hasmonei, il mesirut nefesh (auto sacrificio) degli Ebrei, i miracoli risultanti e la mitzvà dell'accensione delle candele di Chanukà, tutto tocca il legame fra gli Ebrei e D-o, un legame che trascende la comprensione.

Il decreto promulgato dai Greci Siriani, era di far «dimenticare la Tua Torà e violare i decreti della Tua volontà» agli Ebrei. I Greci adoravano la conoscenza. A loro non importava se gli Ebrei apprendevano la saggezza della Tora. Ciò che obiettavano violentemente, era l'idea che la Tora provenisse da D-o - «la Tua Torà», e non che gli Ebrei mantenessero le mitzvot per qualunque ragione. Ciò che odiavano era il compimento delle mitzvot semplicemente perché era la volontà di D-o - «la Tua volontà». In breve, i Greci combattevano contro la natura Divina della Torah e delle mitzvot che trascendono la comprensione.

Per questa ragione i Greci contaminarono l'olio nel Beit Hamikdash. Il concetto di purità trascende la comprensione razionale. Non c'è motivo per cui una persona morta causi impurità ed un Mikvè purifichi. È un decreto di D-o - « Ho aborrito statue e decretato decreti e non potete trasgredire il Mio decreto ». Poiché ['idea dell'impurità trascende la comprensione i Greci la combattevano - e contaminarono tutti gli oli nell'Hechal (santuario interno del Beit Hamikdash).

I vari elementi nell'accensione delle candele di Chanukà provvedono valide lezioni nel servizio di D-o
Il servizio degli Ebrei a quel tempo era corrispondentemente sovrarazionale. Nonostante fossero pochi contro i molti e non potessero vincere la guerra contro i Greci, essi mostrarono mesirut nefesh per amore di D-o e la Sua Torah e mitzvot. Sfidando la logica ed il ragionamento si gettarono con autosacrificio nella battaglia contro i Greci.

D-o, ripagando « misura per misura » rivelò il suo legame speciale con il popolo ebraico, trascendente anch'esso la ragione. Compì il miracolo dell'olio, un miracolo che servì solo a mostrare il suo amore per Israele. Il vero amore non dipende dalla ragione; proviene dalla propria essenza, e trascende la ragione stessa. Per cui i nostri saggi istituirono l'accensione delle candele come principale commemorazione di Chanukà.

Ed è per questo dunque che l'illuminazione delle luci di Chanukà è un fine in sé e non un mezzo per un altro scopo. Siccome le luci di Chanukà simbolizzano il legame essenziale fra D-o e gli Ebrei trascendente tutti i limiti, non possono sussistere per altri scopi.

Differenze nello Studio della Torah
Come prima menzionato, il comune denominatore dello Shabbat, Beit Hamikdash e i lumi di Chanukà è che tutti danno luce. Il Talmud dice « non c'è luce eccetto Torah, com’è detto: una mitzvà è un lume e Torah è la luce ». Ne consegue che le luci del Shabbat, Beit Hamikdash e Chanukà rappresentano la Torah. Ci sono comunque differenze nella Torah stessa, alluse da questi tre tipi di luce.

Uno può apprendere la Torah per sapere la Halakhà, come fare le mitzvot. Questa è l'idea della Torah che porta la pace nel mondo. Corrisponde alle luci del Shabbat che sono per lo scopo di assicurare la pace nella casa.

Poi c'é lo studio della Torah attraverso il quale un Ebreo si lega a D-o. Corrisponde alle luci del Beit-Hamikdash che sono testimoni che la Shechina risiede in Israele.

Finalmente, c'è il livello più elevato cello studio della Torah la Torah studiata per il proprio valore. Questa Torah è unita alla vera essenza di D-o e l'essenza di D-o vive solo di e per se stessa. Questo corrisponde all'illuminazione di Chanukà che non ha scopo se non se stessa.

Questo è perché « a noi non è permesso far uso delle luci di Chanukà ». Il nostro rifiuto di utilizzare l'illuminazione prodotta dalle luci della menorà dimostra che il nostro servizio a D-o deve essere fine a se stesso, non per alcun beneficio o ricompensa posse occorrere.

La commemorazione principale di Chanukà come spiegato sopra, avviene attraverso le luci di Chanukà. Ci sono diversi elementi ad esse associati, ciascuno dei quali procure lezioni per il servizio di D-o.

Tutte le mitzvot sono paragonate alla luce: « una mitzvà è un lume e la Torah la luce ». Accendere i lumi di Chanukà comunque, è una mitzvà letteralmente associata con la luce, e come spiegato sopra, il suo scopo risiede nelle luci da loro emanate.

La luce non ha limiti intrinsechi nell'ampiezza di potere d'illuminazione. Si può porre una barriera per trattenere la sua illuminazione, ma per se stessa può viaggiare all'infinito.

La Torah e le mitzvot che osserviamo, la luce spirituale che emaniamo nel mondo - deve avere le stesse caratteristiche della luce fisica. Un Ebreo non può costringere il suo servizio di D-o, entro limiti specifici. Un Ebreo deve servire D-o « con tutte le tue forze ». E questo è simboleggiato specificamente dalle luci di Chanukà: esse commemorano il miracolo che risultò da mesirut nefesh degli Ebrei - promessa alla Torah e mitzvot senza limiti.

Elevarsi Sempre
Nonostante il proprio servizio di D-o possa essere completo, le luci di Chanukà ci insegnano un'altra lezione ancora: uno deve costantemente fare meglio. Il Talmud afferma che ci sono tre livelli nella mitzvà dell'accensione delle luci di Chanukà: secondo la stretta Halahà; secondo coloro che sono mehader - che desiderano abbellire la mitzvà; e coloro che sono mehadrin min hamehadrin - che desiderano farla nel modo più pio, il miglior modo possibile. Coloro che sono mehadrin min hamehadrin, il Talmud riporta, aggiungono una luce in più ogni notte.

La lezione è chiara: Nonostante la mitzvà della notte precedente fu fatta nel miglior modo possibile, la notte dopo deve vedere un miglioramento - un altra luce ancora. Nonostante si osservi Torah e mitzvot più che adeguatamente - anche « con tutte le tue forze »-ci si deve sempre elevare più in alto. Ora che è un nuovo giorno, un nuovo servizio più elevato è richiesto.

Più che altro, che nessuno pensi che questa sia una lezione solo per il più pio - e che uno, considerandosi meno, Si accontenterà di un servizio di livello più basso. Il Ramah, le cui decisioni noi seguiamo, scrive che a differenza dei tempi del Talmud è una pratica universale osservare la mitzvà delle luci di Chanukà alla maniera di mehadrin min hamehadrin. Ci deve essere una continua ascesa progressiva sempre più in alto al servizo di D-o.

Raggiungere gli altri
Nonostante uno possa continuamente elevarsi nel suo servizio di D-o ciò non è mai sufficiente. Le luci di Chanukà devono essere accese « all'entrata della propria casa sull'esterno ». Un Ebreo non può accontentarsi che lui personalmente sia illuminato dalla luce della Torah e mitzvot. Deve anche illuminare la sua intera casa-per assicurarsi che tutti i membri della sua famiglia siano osservanti come lui. Ancor più, le luci di Chanukà sono poste all'entrata di casa sull'esterno, così che procurino illuminazione anche a chi si trova « fuori » la pratica del giudaismo. Un ebreo deve raggiungere coloro estranei alla propria fede, e portarli vicino alla Torah e mitzvot.

Ma ancora uno può e deve andare oltre. Il lasso di tempo in cui le luci di Chanukà devono durare è fino a che « i piedi dei Tarmudoi sono cessati ». I Tarmudoi erano venditori ambulanti che erano gli ultimi ad andarsene dalle strade. « Fino a che i piedi dei Tarmudoi sono cessati » significa allora, che le luci di Chanukà devono rimanere accese almeno fino al tempo in cui questi venditori normalmente partirebbero dalle strade.

C'è un significato più profondo di ciò. Le lettere della parola « Tarmudoi » possono essere arrangiate per scandire la parola moredet che significa «ribelle». Non è abbastanza raggiungere coloro che sono ignoranti nella fede. Dobbiamo anche cercare quelli che sono attivamente ribelli.

Ancor più, la parola “cessato” in ebraico- kaliaya, è etmologicamente connessa con la parola « kilayon » che significa intensa brama di unirsi con D-o. Il nostro compito non è semplicemente di portare i nostri fratelli ribelli vicino al giudaismo, ma impiantare in loro un desiderio ardente di giudaismo. E come tutte le cose nel giudaismo, questo ardente desiderio deve essere tradotto in azione - « i piedi dei Tarmudoi », piedi simboleggianti azione, fatti. Questo desiderio di essere vicino a D-o non deve essere confinato al proprio cuore e mente ma deve permeare ogni fibra dell'essere ebreo- anche i « piedi », la parte più bassa dell'uomo.

Tratto da un discorso pubblico del Rebbe di Lubavitch, A cura del Lubavitch News.