È sufficiente un attimo perché una persona acquisti il merito per avere un posto nel Mondo a Venire (Avodà Zarà 17a).

Questo si deduce dall’episodio di Eli’ezer ben Dordaia, una persona trascorse un’esistenza dissoluta e depravata. Era già avanti negli anni quando, in un attimo di introspezione, ebbe una chiara percezione della propria dissolutezza e – nel suo rimorso – pianse così amaramente per aver sprecato tutta la vita in mezzo al vizio e alla perversione al punto da morirne con il cuore spezzato.

Subito si udì una voce dal cielo: «Rabbi Eli’ezer ben Dordaia ha meritato il Paradiso».

Rabbi Yehuda pianse.

Perché un’anima come quella di Eli’ezer ha vissuto così a lungo nel fango della depravazione? Non avrebbe potuto raggiungere prima la verità e la virtù dando così il suo grande contributo per il bene dell’umanità?

Perché una persona merita di essere chiamata rabbi? Perché insegna a tutti qualche cosa. Rabbi Eli’ezer ben Dordaia, infatti, ci lascia un grande insegnamento: non è mai troppo tardi per pentirsi, per correggere e rettificare il comportamento della propria vita.

Una persona può perfino meritare il Paradiso per essersi pentito proprio nell’ultimo istante di vita. Ma quanto è tragico sprecare una vita intera!

Per gentile concessione di Cyberdrasha.it