(Storia tramandataci dai primi coloni ebrei in America)

La famiglia del vecchio Manuel da Garcia fu molto felice quando arrivò finalmente in Georgia. Essi avevano comperato da un’agenzia di New Amsterdam, una magnifica tenuta pagata con gli ultimi gioielli, unico bene rimasto loro da Oporto, in Portogallo, da dove erano partiti per sfuggire all'lnquisizione.

II loro viaggio attraverso l'oceano non era stato privo di avventure. Dopo poche ore, che erano sulla nave su cui erano saliti in segreto e che doveva portarli alle rive ospitali del continente americano, la nave fu catturata da pirati che portarono via tutti i valori che fu loro possibile afferrare e fuggirono in fretta quando fu avvistata all'orizzonte una goletta armata britannica. I gioielli che erano stati cuciti nel orlo delle gonne delle donne erano stati salvati.

Fu veramente una gran fortuna per i Garcia poter arrivare in America con una discreta quantità di pietre preziose. La metà di queste servì per pagare ai governatore olandese il permesso di sbarcare a New Amsterdam ed il resto fu più che sufficiente per l'acquisto della tenuta in Georgia.

E così, la famiglia neo-americana si stabilì nella sua nuova casa. La famiglia era composta dai due fratelli Manuel e Noè Garcia, dalle loro mogli Donna Marina e Donna Debora, e dai loro figli.

Essi speravano di costruire in America le loro nuove case e la loro nuova vita, in libertà, lontani dalle minacce dell'Inquisizione.

Tutti davano loro una mano nel lavoro che si doveva fare: costruire una casa, seminare i campi, recintare il giardino e tante altre faccende. Avevano assunto degli aiutanti ma anche essi stessi lavoravano sodo e per la prima volta in tanti anni, essi si coricavano alla sera stanchi ma felici con un senso di sicurezza che né loro, né i loro avi avevano provato da tempo immemorabile.

Una cosa sola disturbava il vecchio Manuel ed i suoi fratelli. A loro, come ai figli ormai grandi, mancava un Minian, e l'ebreo più vicino a loro, che essi conoscessero, era un medico da Salamanca che si era stabilito a Savannah a vari giorni di strada dalla loro tenuta.

I Garcia spedirono una lettera all’illustre rabbino David Seixas a New Amsterdam, chiedendogli di inviare loro tutti i giovani che fossero disposti a vivere con loro, istruire i loro figli, e anche aiutarli nel lavoro della fattoria. Vi era ad attenderli, una buona case ebraica e si sarebbe provveduto a tutti i loro bisogni.

Alcune settimane dopo giunse una lettera dal rabbino Seixas. Egli faceva presente che diversi Ebrei arrivati dall'Olanda si trovavano a mal partito perché non avevano denaro per sbarcare o comunque provvedere ai loro bisogni. Se i Garcia disponevano di mezzi per ospitarli, aggiungeva il rabbino Seixas, essi avrebbero fatto un'opera buona verso se stessi e verso i rifugiati.

Manuel Garcia rispose immediatamente che egli sarebbe stato felice di accogliere nella sue case quei rifugiati, e provvide per il loro trasferimento in Georgia. Ora, vi era una piccola colonia ebraica in Georgia, che essi chiamarono Salem, vale a dire Shalom — Pace, giacché questa era la cosa più desiderata da loro, pace per vivere e lavorare e servire D-o da buoni ebrei e americani leali.

Era ormai prossima la grande, meravigliosa Festa di Pasqua. Mai più sarebbero stati costretti a celebrare il Seder in una cantina col pericolo mortale di essere scoperti dagli agenti segreti dell'Inquisizione. Che meraviglia poter celebrare la Pasqua apertamente in assoluta libertà e sicurezza! Tutti erano molto entusiasti e più di tutti i bambini per i quali questa doveva essere la prima grande esperienza della loro vita.

Con l'aiuto dei dirigenti della comunità ebraica più vicina, Mikveh Israel di Savannah, essi si procurarono della farina Shemurah che era stata appositamente messa da parte per le Mazzoth e le fecero cuocere con ogni cure. Erbe amare, ve ne erano finché ne volevano nel loro orto ed essi disponevano anche di un'ampia provvista di cibi kasher per Pesach.

Le donne erano molto brave nel fare il vino dall'uva delle loro viti, vino che veniva imbottigliato, sigillato e messo via per Pesach. Fortunatamente la colonia aveva il suo proprio Shochet — uno degli ultimi arrivati dall'Olanda — e ciò permetteva di aver carne e pollame kasher. In breve, tutto sembrava perfetto e la felicita di qui naturalmente godeva. Nulla faceva sospettare che avrebbero avuto ancora dei pericoli da passare.

Pochi giorni prima di Pesach alcuni contadini della tenuta davano evidenti segni di spavento e sospetto ed il vecchio Manuel non sapeva spiegarne il motivo. Pensò di essere stato ingannato dalla sua immaginazione, ma la sua immaginazione non aveva alcuna colpa: a sua insaputa, un uomo malvagio si era messo a spargere tra i contadini ed i servi, delle ignobili menzogne sulla Pasqua degli Ebrei.

Big Jim, uno dei loro vicini, possedeva una piantagione, molto meno prospera di quella dei Garcia ed era un uomo crudele che trattava spietatamente i suoi contadini ed i servi a cui non lesinava le frustate.

Questi lo ricambiavano scansando il lavoro o eseguendolo con pigrizia e negligenza, e questo spiegava perché la sua piantagione rendesse assai meno di quella dei Garcia che invece trattavano i loro dipendenti con riguardo e bontà. Ma quello sciocco Jim pensò che se egli avesse potuto portare via questi lavoratori che erano così bravi, sarebbe iniziata per la sua piantagione un'era feconda, e con questo proposito studiò il modo di allontanarli da Manuel per poi assumerli al suo servizio.

Per attuare il suo vile piano, aveva fatto spargere la voce che alcuni aiutanti degli ebrei spagnoli sarebbero morti prima della fine della settimana, giacché nessun ebreo può celebrare la sua Pasqua se prima, non ha fatto scorrere del sangue umano!

Quell'atroce voce si propagò rapidamente tra i servi ed i coloni di colore e tutti vi prestarono fede. E, come a conferma degli orribili sospetti, ad un vecchio mulatto della piantagione dei Garcia vennero dei violentissimi crampi proprio alla vigilià di Pasqua. In un attimo, tutti gli altri lavoratori erano scappati inorriditi per rifugiarsi nelle tenute vicine e dappertutto raccontavano le più balorde storie sui preparativi degli ebrei per la loro Pasqua.

Preoccupati, ma per nulla spaventati, perché non si rendevano conto del gran pericolo che li minacciava, i membri della famiglia Garcia ed i loro amici ebrei si misero a tavola per celebrare il Seder.

II vecchio Manuel stava per alzare la coppa di vino prima di recitare il Kiddush quando giunsero alle loro orecchie dei rumori allarmanti frammisti a grida selvagge, sempre più alte e più vicine.

« Conservate la calma, miei cari », si affrettò di raccomandare il vecchio Manuel, “D-o ci ha aiutati altre volte e ci aiuterà ancora”. Disse a tutti di rimanere seduti mentre usciva per andareincontro alla folla tumulante e dette anche l’ordine di chiudere e sprangare le porte.

Una numerosa folla circondava ormai il cancello; molti portavano delle force e urlavano: «Uccidete gli assassini! Impiccateli prima che ci uccidano tutti!». La voce di un gigante olivastro superava tutte le altre. Manuel sapeva che questi era Big Jim, il bruto, temuto nel l'intera regione per la sue inosservanza delle leggi ed il modo disumano col quale trattava i suoi schiavi. Non vi era che una fragile siepe per dividere la folla dal terreno che circondava la case.

« Amici e vicini » gridò Manuel dalla soglia, « Vi prego di ascoltare la voce della ragione. Non abbiamo fatto nulla di male e nessun torso a nessuno. Siamo felici di essere qui, di vivere e lavorare in pace in questo paese della libertà. Non date retta alle menzogne che avete sentite sul nostro conto. La malattia del nostro servo non dipende minimamente da noi e dalla nostra festa ». Ma la sue voce si perdeva tra le grida e gli urli della folla. Molti abbattevano la siepe e si facevano avanti, con Big Jim alla loro testa che agitava minacciosamente la sue torcia, pronto a lanciarla nel l'interno della case per appiccare il fuoco.

"O D-o!" pregava Manuel in silenzio, poiché sembrava che non ci fosse più nessuna possibilità di salvezza.

In quel momento risuonò nella notte un alto squillo di trombe, ed un attimo dopo un gruppo di militari a cavallo attraversava la folla « Fate largo al Governatore! », urlava il comandante del reparto.

La folla fece silenzio, indietreggiando, mentre la dignitosa figura del Governatore sul suo cavallo di razza, si fermava davanti alla soglia della case e voltandosi, affrontava la folla.

II Governatore James Edward Oglethorpe era bene informato delle persecuzioni di cui erano oggetto gli ebrei in Europa. Egli non avrebbe permesso che odio e sentimenti disumani prendessero piede in America.

«Da quando noi uomini liberi nella libera colonia di Georgia, perseguitiamo degli esseri umani perché essi praticano la ]oro fede? Gettate i vostri bastoni e tornate a case. Questi ebrei sono amici nostri; sono persone oneste che lavorano duramente!».

"Essi hanno avvelenato oggi uno dei nostri lavoratori per la loro Festa di Pasqua", proclamò Big Jim in tono provocante.

"Questo è una menzogna!" tuonò il Governatore « e che nessuno si permetta mai più di ripeterla! Chiunque abbia propagato questa bugia me ne dovrà rispondere! Dov'è l'ammalato? ».

II vecchio mulatto si fece avanti tutto tremante. « Fu Big Jim che me lo fece fare. Egli ha minacciato di ucciclere mio fratello che lavora per lui. Avevo paura di lui... ».

Si levò un mormorio e v i fu confusione tra la folla; tutti si voltavano per guardare Big Jim, ma egli non era più lì. Era sgusciato via inghiottito dal buio della notte.

II Governatore si scusò col vecchio Manuel per il disturbo e lo spavento che erano stati arrecati così crudelmente, a lui ed ai suoi correligionari.

« Mio buon uomo », disse James Edward Oglethorpe, che si era acquistato l'affetto ed il rispetto della intera colonia per il suo senso di giustizia e rettitudine verve tutti.

« Non dovete convincermi della bellezza e purezza della vostra fede, la Divina Provvidenza ha giudicato opportuno di farmi passare vicino alla vostra tenuta nel momento opportuno per evitare una terribile catastrofe che avrebbe macchiato per sempre la buona reputazione del nostro paese libero. Spero che non avrete mai più una esperienza simile. Buona notte, e passate una Festa felice e pacifica in mezzo ai vostri amici ».

II Governatore disse questo chiaramente ad alta voce, di fronte alla folla, sicchè nessuno ebbe più alcun dubbio sull'inganno perpetrato da Big Jim nel suo cieco odio. Con la vergogna dipinta sul viso essi si dispersero, ben decisi a riparare il torso fatto ed a compensare con una maggiore amicizia l'ansietà di cui erano stati la causa.

Con umiltà e gratitudine verso "Il Guardiano di Israele che non sonnecchia nè dorme" la piccola colonia ebraica celebrò il Seder fino a notte inoltrata.

Tratto da: Conversazioni con I Giovani