La Torà è eterna. Da essa possiamo trarre insegnamento e guida per tutte le nostre cose in tutti i tempi e ovunque. La Torà non è un libro di racconti. La parola stessa Torà, infatti, che deriva da Horaà, insegnamento, lo indica.
Nella nostra vita di ogni giorno la Torà ci addita la giusta via da seguire, tanto nelle cose materiali che in quelle spirituali.
La Torà comincia con il capitolo Bereshìt, In Principio, ove si racconta l’ordine in cui avvenne la creazione del mondo. In questa narrazione possiamo trovare alcuni principi generali che gettano le basi per qualsiasi genere di attività creativa. Dalle spiegazioni contenute in Bereshit dovremmo essere in grado di apprendere quanto riguarda la formazione di qualsiasi “nuovo mondo”, come per esempio un nuovo progetto, una nuova iniziativa, un nuovo movimento.
Le prime parole di Bereshit sono: In principio D-o creò il cielo e la terra. La terra era sterminata e vuota e le tenebre erano sulla faccia dell’abisso… D-o disse: Sia luce. E la luce fu (Bereshit 1, 1).
Poi la Torà racconta che l’ordine emerse dal caos; poi venne creata la vita vegetale, quella animale e, infine, l’uomo.
Cosa possiamo imparare da questo, da applicare in riflesso alle nostre attività creative?
In principio… quando si affronta una nuova impresa e ci si prepara a lottare per raggiungere una data meta, il principio, il primo passo è sapere che D-o creò.
È D-o la prima fonte di ogni creazione.
Ma Egli vuole che gli atti creativi vengano realizzati da persone che sentono di dover trasmettere il messaggio Divino e di essere state chiamate ad eseguire la Sua Volontà.
La terra era sterminata e vuota e le tenebre… al pioniere che dedica i suoi sforzi a un’impresa utile e degna sembra sempre, al principio, che gli manchi ogni appoggio dal di fuori; tutt’intorno a lui non c’è che vuoto e tenebre. Gli sembra terribilmente difficile poter realizzare i suoi piani nel modo desiderato, in conformità allo scopo che si prefigge. Così la Torà racconta che proprio al principio della creazione …D-o disse: Sia luce e la luce fu.
Quando l’Onnipotente lo volle dove prima regnavano le tenebre apparve improvvisamente la luce. Poi dal caos emerse l’ordine, poi la vita vegetale cominciò a svilupparsi, quindi apparvero, in questo nuovo mondo, le creature viventi. Finalmente venne l’uomo, la più elevata forma di tutta la creazione.
Quando si è seriamente impegnati in qualche sforzo che tenda a raggiungere una più vera ebraicità si deve avere la più ferma determinazione che il nuovo progetto o il tentativo di migliorare se stessi sia portato a termine, e ciò deve essere un’opera di creazione. Allora, anche se al principio si è immersi nelle tenebre, presto la luce apparirà annunciando l’inizio di un sempre più intenso processo di elevazione. Come dicono i nostri Maestri, in tutte le cose che riguardano al Torà e le mitzvòt si deve sempre andare di bene in meglio.
(Saggio basato su Likuté Sichòt, vol II, 657; tradotto in Il Pensiero della Settimana a cura del rabbino Shmuel Rodal)
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