Ogni mattina lasciamo i nostri bambini a scuola nella speranza che i loro insegnanti stabiliscano un legame, li educhino e li ispirino. Non ci aspettiamo che salvino loro la vita.
Sono seduta qui, con le lacrime che mi rigano il volto mentre ascolto i nomi dei bimbi di sei e sette anni, insieme a quelli delle loro insegnanti, che sono stati brutalmente uccisi a colpi d'arma da fuoco nelle loro scuola.
Il terrore è inimmaginabile, il dolore insopporabile.
Ma io rifiuto di farmi paralizzare dal dolore. Rifiuto che sia l'orrore qello che traggo da questa storia. Non posso. Non lo farò. Devo concentrarmi sull'eroismo. La bontà intrinseca di ognuna di quelle maestre. La loro dedizione, il loro amore, la loro passione, il loro sacrificio.
C'è una citazione famosa che dice che ogni insegnante, insegna di più attraverso ciò che è, piuttosto di ciò che insegna. Insegnare non è un lavoro che inizia alle 9.00 del mattino e termina alle 4.00 del pomeriggio. Essere un maestro non ha pause. Essere insegnante non è quello che fai ma quello che sei.
La Sandy Hook aveva veri insegnanti.
Mentre i servizi televisivi ci aggiornano, risulta chiaro che, nel mezzo della follia, questi uomini e donne crearono un rifugio di calma, sicurezza ed amore. Abbiamo appreso la devastante notizia della morte dell'amata Preside che si protese verso l'aggressore nella speranza di fermarlo. C'è stata la maestra che continuava a ripetere ai suoi allievi che li amava, nel caso quella fosse stata l'ultima cosa che avrebbero sentito, e la maestra a cui hanno sparato e che è morta dopo aver nascosto i suoi allievi e che aveva mentito all'uomo armato dicendo che i bambini si trovavano in palestra. I loro atti di coraggio ed eroismo sono notevoli.
Queste persone sapevano che le loro vite erano in pericolo. Dovevano essere assolutamente terrorizzate. Ma non l'hanno mostrato. Non hano avuto cedimenti. Non sono fuggite via nella speranza di salvarsi. Hanno messo da parte la paura e fatto tutto ciò che potevano per garantire ai loro bambini la sicurezza. E senza ombra di dubbio, le loro azioni ed il loro eroismo aiuteranno questi bambini nel processo di guarigione.
Lo staff della Sandy Hook mi ha insegnato cosa significhi vivere un'esistenza dedicata. Cosa voglia dire essere un educatore. E tutti noi siamo educatori. In modi differenti, in relazioni differenti; ognuno insegna, in qualche aspetto della propria vita. La domanda è, quando insegnamo, lo facciamo fornendo materiale, fatti ed idee o lo facciamo dando noi stessi? Ci impegnamo con coloro che imparano da noi? Ci importa dell'individuo? Ci concentriamo sulle sue specifiche necessità? Siamo davvero dediti?
Non mi voglio soffermare su come questi educatori abbiano perso la vita, ma su come l'hanno vissuta. Voglio pensare ai loro sorrisi ed alle loro parole di incoraggiamento quando sono bloccata in una situazione. Voglio essere motivata dalle loro lunghe ore e concentrarmi quando mi sento bruciata. E voglio che i miei figli sappiano che farei tutto, qualunque cosa, pur di mantenerli al sicuro, così come hanno fatto gli insegnanti della Sandy Hook con i loro allievi. Nulla si può più fare, ormai, per riportare indietro le vite che sono state tragicamente stroncate. Ma io debbo, quntomeno, provare a vivere una esistenza più ispirata, più dedicata, in loro memoria.
Di Sara Esther Crispe,chabad.org. Tradotto da Vickie Colombo per la Scuola del Mercos
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