E fu nei giorni di Achashverosh… (Ester 1, 1).

Il re Achashverosh salì al potere nell’anno 366 a.e.v. circa – che corrisponde alla data ebraica 3395.

Nella storia del popolo di Israele la vicenda narrata nella Meghilla di Ester si colloca dopo la distruzione del primo Santuario per mano dell’esercito di Nabuccodonosor, avvenuta il 16 luglio 423 a.e.v. – 9 av 3338, secondo la datazione ebraica. Fu come se D-o avesse distolto il volto dal popolo abbandonandolo al suo destino.

Questo non fu che il culmine di una serie di eventi luttuosi per gli ebrei: nel 3205 le Dieci Tribù erano state esiliate da Senacheribbo. Della grande nazione di Israele rimaneva ben poco ed essa non aveva ormai, quale ultima speranza e riferimento, che il Santuario di Gerusalemme, il simbolo della vicinanza e della presenza del Creatore.

Un eminente profeta di Israele, Geremia, aveva predetto la distruzione del Santuario, ma solo dopo il compiersi di tale evento funesto il popolo ebraico riconobbe la verità della sua grandezza; egli, però, aveva proferito anche parole di speranza. Aveva detto nel nome del Signore: Tutta questa terra sarà distrutta e desolata. Queste nazioni serviranno il re di Babilonia 70 anni. Quando saranno compiuti i 70 anni, punirò il re di Babilonia e quella nazione, dice il Signore, per il loro peccato; punirò la terra… e la ridurrò una desolazione perpetua (Geremia 25, 11-12).

Un’altra promessa accompagnava questa profezia: Poiché così dice il Signore: Solo al compiersi di 70 anni penserò a voi e realizzerò per voi la mia buona promessa di farvi tornare in questo luogo (Geremia 29, 10).

L’interpretazione dell’esatto significato delle parole di Geremia generò molta confusione. Egli profetizzò, in merito ai 70 anni, nel 3331 – 430 a.e.v.; dopo tale data accaddero molti fatti rilevanti.

Nel 3319 – 442 a.e.v. Nabuccodonosor ascese al trono in Babilonia e sconfisse Yehoyaqim re di giudea che, di fatto, divenne suo vassallo (cf II Re 24, 1).

Nel 3321 – 440 a.e.v. il profeta Geremia predisse la distruzione del Santuario (cf Geremia 25).

Nel 3327 – 434 a.e.v. Nabuccodonosor esiliò il re Yekhonyà e tutte le personalità di spicco tra i Maestri, i ricchi della città, gli artigiani più abili ecc (cf II Re 24, 14-15).

Gli ebrei erano confusi poiché non riuscivano a interpretare il significato dei 70 anni inerenti la profezia di Geremia: era necessario cominciare a contare dall’anno 3319, quando Nabuccodonosor ascese al trono? O forse dal 3321, l’anno in cui per la prima volta furono menzionati i controversi 70 anni? Oppure dal 3327, l’anno del primo massiccio esilio? Oppure, ancora, dal 3338, l’hanno della distruzione del Santuario?

La profezia, però, non riguardava solo il popolo ebraico; le nazioni temevano il D-o di Israele e non rimanevano indifferenti alla minaccia contenuta nella prima profezia. Sebbene vedessero gli ebrei sconfitti ed esiliati, nutrivano una sorta di superstizioso timore nei confronti del loro D-o, anche se era troppo per loro accettare e comprendere l’idea di rivolgere preghiere a un’Entità unica e invisibile, Creatrice di tutto l’universo.

Nabuccodonosor regnò per 26 anni dopo la distruzione del Santuario, cadendo negli ultimi anni in una degradazione totale. Molti re videro in questo il segno del castigo divino: le conclusioni che trassero furono che fino al compimento del settantesimo anno, secondo la profezia di Geremia, nessun re babilonese si sarebbe sottratto alla punizione.

Trascorsi altri 23 anni, nel 3387 – 374 a.e.v. Beltshatzar salì al trono in Babilonia, durante il terzo anno del suo regno i suoi consiglieri, tramite un attento calcolo, giunsero a una conclusione assai rilevante: era il 3389 – 372 a.e.v. ed erano trascorsi esattamente 70 anni da quando Nabuccodonosor era salito al trono, nel 3319 – 442 a.e.v. Non aveva forse detto il profeta Geremia: Queste nazioni serviranno il re di Babilonia 70 anni? Il tempo evidentemente era passato. Beltshatzar si rallegrò molto e diede un grande banchetto durante il quale, in segno di sfida, ordinò che si usassero gli arredi del Santuario per servire in tavola (cf Daniele 5, 5-25). Come è noto il re fu ucciso in quella stessa notte e sempre nella medesima notte Dario I attaccò il regno babilonese e vinse la guerra di conquista.

Sotto un aspetto almeno la profezia di Geremia si era compiuta: l’impero babilonese era crollato, ora una nuova potenza dominava la scena, si trattava dell’impero persiano.

Gli ebrei, comunque, erano demoralizzati, perché se è vero che una parte della profezia si era avverata, loro erano comunque pur sempre in esilio, tuttavia compresero, fugando i dubbi, che anche la seconda profezia avrebbe dovuto compiersi e la speranza si rafforzò in loro.

Ciro succedette al suocero Dario nel 3390 – 371 a.e.v.

I suoi consiglieri arrivarono alla conclusione che, probabilmente, l’anno seguente – il 3391 – 370 a.e.v. – sarebbe scaduto il termine di 70 anni predetti da Geremia.

Il profeta aveva previsto che la distruzione del Santuario di Gerusalemme avrebbe avuto luogo nel 3321: proprio 70 anni prima, quindi, volendo evitare la collera Divina, il re immediatamente ordinò di por mano alla ricostruzione; erano, però trascorsi 53 anni dalla sua distruzione.

Ciro morì prima che si entrasse nel vivo dei lavori di ricostruzione; gli succedette Achashverosh nel 3392 – 369 a.e.v.

Durante il terzo anno di regno, anch’egli rifece fare il calcolo, poiché Ciro, era evidente, aveva commesso un errore.

Geremia aveva detto che gli ebrei avrebbero fatto ritorno in Israele dopo 70 anni e questo sembrava implicare chiaramente che gli anni si sarebbero dovuti calcolare a cominciare dal tempo dell’esilio di Yekhonyà, che fu nel 3327. Allora correva l’anno 3395 – 366 a.e.v.

Quel calcolo fu molto importante per il re: i 70 anni erano trascorsi e non accaduto che gli ebrei facessero ritorno nella loro terra. Achashverosh interpretò questo come un chiaro segno del fatto che il Signore aveva definitivamente volto le spalle al popolo. L’impero non sarebbe più stato minacciato dal D-o di Israele e questa fu una delle ragioni che lo indussero a dare una grandiosa festa durante il terzo anno del suo regno (cf Meghillà di Ester 1, 3).

Fu dunque proprio durante l’ultimo anno dell’esilio che ebbe luogo il miracolo di Purim. Ester sposò il re Achashverosh ed ebbero un figlio, Dario II (cf Daniele 9, 1). La caduta di Haman fu nell’anno 3404 – 357 a.e.v. esattamente 66 ani dopo la distruzione del Santuario

Due anni più tardi Achashverosh morì e gli succedette il figlio avuto da Ester, Dario II che aveva solo 6 anni in quel tempo, ma era dotato di una mente assai brillante, al punto da essere in grado di discutere e decidere come un adulto. Sebbene fosse il sovrano dell’impero persiano, egli era a conoscenza che sua madre era ebrea e che lui stesso apparteneva al medesimo popolo.

Il profeta Daniele comprese che questo era veramente il tempo in cui si sarebbe compiuta la profezia di Geremia: Durante il primo anno del suo regno [di Dario II] mi misi a meditare sui libri il numero degli anni che, secondo la parola Divina al profeta Geremia, dovevano trascorrere sulle rovine di Gerusalemme, cioè 70 anni (Daniele 9, 2).

Egli dunque pregò D-o affinché Dario fosse colui che avrebbe permesso il compiersi della profezia mettendo fine all’esilio del popolo ebraico.

La premonizione di Daniele si svelò esatta; nel 3408 – 369 a.e.v. Dario II ordinò la ricostruzione del Santuario di Gerusalemme. E gli ebrei furono incoraggiati a rientrare nella Terra Santa e a ricostruire le loro case.

Una nuova epoca ebbe, così, inizio per Israele.