Nel Pirkè Avòt, Massime dei Padri, capitolo 4 è scritto: (Shimon) Ben Zomà diceva “chi è forte, ghibòr? Colui che conquista la sua inclinazione al male” come è detto “chi è padrone delle proprie passioni è migliore di colui che conquista una città”.
Il messaggio è chiaro: i comportamenti nei confronti del cambiamento delle condotte negative è estremamente difficoltoso. Ciò detto, per disciplinare e controllare se stessi sia ha necessità di così tanta forza? La mistica spiega che ogn’uno di noi è gestito per mezzo di due forze: l’anima animale e l’anima divina.
L’anima animale è la sorgente del nostro ego e spinge all’edonismo (comportamenti volti, prevalentemente, al raggiungimento del piacere fisico immediato n.d.t.), all’aggressione, alla pigrizia, all’empatia, alla vacuità (assenza di contenuti n.d.t.). L’anima divina è la sorgente della rettitudine morale e della consapevolezza spirituale. Essa inspira una percezione di un alto scopo e ci fornisce la capacità a ragionare razionalmente ed obbiettivamente, di prendere decisione per comportamenti etici e fornire risposte appropriate alle esperienze di tutti i giorni.
Ogni anima ha una propria forza dominante. L’anima animale è guidata dall’istinto altamente emozionale, laddove l’anima divina è dominata dal potere dell’intelletto e della ragione. Entrambe le anime combattono per il controllo sulla persona. Entrambe si danno battaglia per condizionare la nostra personalità e definire la nostra identità.
Questo è dove la sfida dell’autocontrollo mente. La forza animalesca è rapida, è emozionale e istintiva, pronta e molto veloce nella reazione. L’anima divina è intellettuale. Ha bisogno di tempo per un processo consapevole e appropriato e per la risposta morale. Ora, quando siamo insultati o provocati, ci si presenta una tentazione e un dilemma etico, la risposta immediata saranno le sensazione generate dall’istinto, dall’esplosione emozionale per mezzo (proveniente n.d.t.) dell’anima animale. Noi siamo tentati ad arrabbiarci o fare la cosa sbagliata prima di dare una possibilità ai principi morali.
L’autocontrollo, pertanto, necessità di una incredibile forza di resistenza. È richiesto di resistere qualche istante tra la cosa che ci è successa e la nostra risposta, creando un piccolo spazio per pensare ed elaborare il punto della voce divina. È quello che Stephen Covey chiama il “punto di pausa tra lo stimolo e la risposta”. È necessario allenare noi stessi ad non agire impazientemente ed impulsivamente. Abbiamo bisogno di usare l’unica qualità dell’essere umano di fermarsi e porsi una domanda: questo è giusto o sbagliato? Assume una forza formidabile aspettare qualche istante, questi istanti possono fare la differenza tra un atto animalesco ed un (carattere n.d.t.) divino. La prossima volta che ti trovi di fronte ad una sfida dai a te stesso qualche istante per ascoltare la tua anima.
di Rav Michoel Gourarie per gentile concessione di Chabad.org. Traduzione a cura di Fabio Pinchas Mieli
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