L’Ebraismo ha un’opinione sugli starnuti?

Acciù! Qualcuno starnutisce vicino a te e automaticamente dici “salute”. Come mai si danno auguri di buona salute a persone che starnutiscono? Non si fa lo stesso di fronte a uno sbadiglio! Vediamo cosa dicono i nostri saggi al riguardo.

Il Midràsh dice che in passato l’atto dello starnuto era considerato pericoloso, poiché presagiva la morte imminente:

Dal giorno in cui il cielo e la terra sono stati creati, nessuno è stato mai malato; se uno era per strada o al mercato e starnutiva, la sua anima se ne andava attraverso le narici. Finché il nostro patriarca Ya’acòv pregò D-o dicendo “Padrone di tutti i mondi! Non portare la mia anima via da me finché non ho avuto l’opportunità di dare istruzioni ai miei figli e alla mia famiglia”. D-o fu d’accordo, come dice il versetto:1

Di conseguenza, conclude il Midràsh, auguriamo salute a una persona che starnutisce perchè un tempo lo starnuto rappresentava il contrario della vita.

Gli ebrei, vivendo dispersi in vari paesi, svilupparono diverse risposte allo starnuto secondo il linguaggio locale: labriùt in ebraico, asuta in aramaico, tzu ghezunt in yiddish ecc. Alcuni hanno anche l’usanza che chi starnuti risponda con il versetto “nella tua salvezza spero, D-o3 ” per esprimere gratitudine a D-o per averlo salvato dal pericolo.4

Tuttavia lo starnuto può essere anche positivo. Infatti, è scritto nel Talmùd “Se una persona starnutisce mentre prega è un buon segno per lui”5 . Come mai? Perchè l’atto dello starnuto aiuta la persona a sentirsi meglio, pertanto è un segno che la sua preghiera è stata accettata: “Come gli si dà soddisfazione quaggiù, così pure gli viene data soddisfazione Lassù”.

Il Talmùd e il Midràsh fanno inoltre notare che starnutire è benefico per una persona malata ed è un segno di miglioramento della sua patologia.6

Il naso e la sua funzione sono talmente fondamentali per la vita ebraica che uno dei criteri per stabilire la morte di una persona è l’assenza di respiro percettibile dal naso.

È interessante notare che lo Zòhar si riferisce a D-o come al “Padrone del Naso”7 e le fonti cabbalistiche spiegano che l’odore rappresenta un livello molto elevato di energia Divina.8 Così pure uno dei servizi più sacri nel Tempio di Gerusalemme era la bruciatura giornaliera dell’incenso e il Sommo Sacerdote portava un offerta speciale di incenso nel Santo dei Santi il giorno di Kippùr. L’aroma dell’incenso del Tempio era talmente potente che il saggio Rabbi Elazar figlio di Dilgai disse che suo padre starnutiva dal profumo che emanava nell’aria.9

Rav Mendel di Horodok stava studiando nel suo studio quando d’un tratto sentì un trambusto per la strada. Qualcuno si era recato sul Monte degli Ulivi e vi aveva suonato lo shofàr, pertanto si era sparsa la voce che Mashìach fosse arrivato. Il rebbe aprì la sua finestra e annusò l’aria. “No” disse ai suoi chassidìm, “purtroppo il Mashìach non è arrivato. Quando Mashìach verrà, tutti potranno percepire la Divinità e ora non percepisco questa verità Divina”.

Come mai il rebbe aprì la finestra? Non poteva annusare l’aria nel suo studio?

Rav Mendel di Horodok era a un livello talmente raffinato e spirituale che la verità penetrante di D-o era già una realtà tangibile nella sua stanza. Pertanto era necessario che egli annusasse l’aria esterna per capire se la redenzione fosse arrivata.

Possiamo noi meritare l’arrivo di Mashìach, che avrà la capacità di giudicare le nostre azioni tramite il suo affinato senso dell’olfatto, come è scritto, “Egli odorerà per il timore del Sign-re”.10