Uno strano periodo è quello che ora sta passando il popolo ebraico. Un periodo cominciato con il rapimento di Elad, Ghilad e Naftalì, seguito da innumerevoli tefillòt e mitzvòt da parte di ebrei in tutto il mondo; quindi la triste notizia dell'uccisione dei tre ragazzi e per finire (si spera) l'attuale conflitto contro i barbari di Gaza, che vede la popolazione israeliana oggetto di continui bombardamenti - e di continui miracoli.

Questa realtà dà molto da pensare. Se da un lato ci ha visto tristi e profondamente addolorati, dall'altro ci ha portato a meditare sul valore della vita e della nostra vita di ebrei, in Golà così come in Eretz Israèl.

Elad, Ghilad e Naftalì sono morti poco dopo il loro rapimento, uccisi a sangue (mica tanto) freddo da esseri spregevoli e senza scrupoli, assetati di sangue. Ignari di questo fatto e speranzosi per ben diciotto interminabili giorni, gli ebrei di tutto il mondo si sono lasciati trascinare da fortissimi sentimenti di compassione, di solidarietà e di dolore che da un lato hanno visto crollare molte barriere - ideologiche o politiche - e dall'altro hanno portato migliaia di persone a prendersi nuovi impegni nell'ambito delle mitzvòt , della preghiera e dello studio.

Tante lacrime sono colate, tante. Tante tefillòt, tante.

Sono state vane? I tre ragazzi sono stati uccisi - quindi per che cosa abbiamo pregato?

"Ciò che è celato è proprio ad H-shèm". Non possiamo capire quale siano e fossero i disegni divini ma le nostre preghiere di certo non sono state vane. Se non i tre tzadikìm, ora proteggono noi, l'intero popolo di Israèl, nei momenti difficili di questa folle guerra.

L'amore fraterno di cui abbiamo dato prova in queste settimane, un amore senza confini geografici o ideologici , aggiuntosi alle nostre tefillòt, è il vero Iron Dome di questo conflitto, la vera barriera di protezione di Am ISraèl.

Iron Dome è una trovata geniale, non c'è dubbio. Tuttavia, solo chi lo vuole intenzionalmente può ignorare il fatto che i suoi successi, come pure i suoi fallimenti, siano guidati e voluti dalla mano di H-shèm.

Dei quasi mille razzi lanciati, solo una parte sono stati intercettati da Iron Dome. E gli altri? Dove sono andati a finire?

H-shèm ci protegge. Abbiamo un esercito molto potente, ben organizzato, efficiente. Tuttavia, sappiamo bene tutti che in fin dei conti un esercito non può garantire fino a questo punto l'incolumità dei cittadini che rappresenta.

"Un disastro mediatico". Così ha definito un giornale italiano il successo ebraico rispetto "alle stragi" di cui è "vittima" Gaza.

Spiacenti, sappiamo che ci volevate tutti morti, ma noi invece preferiamo la vita. Anche a costo di non ottenere il sostegno europeo e americano che tanto indugia a venire. Sono stati più rapidi gli egiziani, pensate un po'.

Noi preferiamo la vita, noi amiamo la vita e la pace. Noi ci amiamo e amiamo H-shèm che tanto ci ama e ama l'umanità intera e desidera la pace.

Am Israèl Chay!