Come mai si dice lo Shemà prima di andare a dormire? Non l’abbiamo già detto durante la preghiera di Arvìt?

C’è una mitzvà nella Torà, menzionata anche nel testo dello Shemà stesso, di dire lo Shemà due volte al giorno “E parlerai di loro… quando ti corichi e quando di alzi” (Deuteronomio 6:7). I Saggi spiegano che da questo verso si deduce che è necessario recitare lo Shemà ogni mattina e ogni sera (Talmùd Berachòt 11a).

Lo Shemà è incluso nella preghiera del mattino, Shachrìt, e della sera, Arvìt. Eppure il Talmùd dice che prima di coricarsi, si dovrebbero dire lo Shemà e Hamapìl (Talmùd Berachòt 60b). Hamapìl è sia una benedizione che una preghiera, dove affermiamo che D-o ci ha resi schiavi al sonno e Gli chiediamo di aiutarci ad avere solo pensieri positivi e di farci risvegliare al mattino. (Questa benedizione si trova in tutti i siddurim standard, nella sezione dello Shemà della notte).

Siccome lo Shemà è anche parte della preghiera di Arvìt, perché bisogna ripeterlo?

Il giusto stato d’animo

Il Talmùd spiega che si dovrebbe dire lo Shemà prima di andare a dormire di modo che una persona si addormenti con parole di Torà sulle sue labbra (Berachòt 4b). Questo in base a ciò che è scritto nel verso dei Salmi (6:5), “Trema e non peccare, di’ [questo] nel tuo cuore sul tuo letto e sii silenzioso per sempre”.

Protezione

Inoltre, recitare Hamapìl dopo lo Shemà della notte funge da protezione da pensieri malvagi e forze impure, sia fisiche che spirituali, durante la notte (Vedi Berachòt 4b, 60b e Shavuòt 15b).

Nel Talmùd, il sonno è descritto come un sessantesimo della morte (Berachòt 57b); infatti l’assenza di vita crea un vuoto che attira forze d’impurità e pensieri indesiderati. Lo Shemà ci offre una vitalità extra per affrontare questo.

Pregare Arvìt presto

Alcune sinagoghe hanno l’uso di pregare Arvìt presto, dopo il tramonto ma prima dell’imbrunire. Nonostante questo sia permesso e i partecipanti al miniàn escano d’obbligo per la preghiera, non sono ancora usciti dall’obbligo di dire Shemà della sera, poiché deve essere detto proprio dopo il crepuscolo.

Pertanto, dire lo Shemà prima di coricarsi ha un vantaggio involontario. Coloro che pregano in queste sinagoghe possono quindi avere in mente di compiere il loro obbligo di dire lo Shemà della sera quando recitano lo Shemà prima di addormentarsi (purché ne dicano tutti e tre i brani).

Aggiunte allo Shemà

Il Talmùd racconta che il saggio Rabbi Yehoshua ben Levi, oltre a dire lo Shemà, diceva anche il Salmo 91 come protezione, prima di coricarsi. Di conseguenza, molti usano dire questo Salmo, insieme ad altri versi, con lo Shemà (anche queste preghiere si trovano nel Siddùr).

Inoltre molti hanno l’uso di aggiungere delle parole nelle quali si perdona chi ci ha fatto del male e si chiede a D-o di perdonarci per i nostri peccati.

Infinte, il modo nel quale una persona si corica, è lo stesso in cui si sveglierà al mattino. Perciò se si va a dormire dicendo lo Shemà, ci si sveglierà rigenerati e pronti a una giornata produttiva, significativa e spirituale.

Rav Yehuda Shurpin per Chabad.org