Quando il Rebbe noto come "Il nonno di Shpola" — R. Aryè Leib (1724-1811) aveva tra i tre e i cinque anni, fu portato dal Baal Shem Tov quando fece visita in quella città. Il Baal Shem Tov gli diede una benedizione e poi gli mise la mano sul cuore e sul capo.

Il nonno di Shpola disse che dal quel momento sentì un'apertura della mente nello studio della Torà e una passione del cuore nel servire Hashem e nell'interagire con gli altri.

Nonostante sentisse di aver ottenuto dei livelli spirituali importanti, cercava di diminuire la propria importanza e si presentava come una persona semplice, anche quando divenne allievo del Maghìd di Mezeritch (il successore del Baal Shem Tov).

Una volta, mentre camminava dal proprio villaggio verso Mezeritch presso il Maghìd, incontrò un ebreo con una carrozza che affondava nel fango. "Aiutami, disse l'ebreo, a tirare fuori la mia carrozza dal fango!"

Il nonno di Shpola rispose: "Non posso aiutare a tirare fuori una cosa così pesante!"

Rispose il signore: "Puoi, ma non vuoi!" A quel punto il nonno di Shpola lo iniziò ad aiutare e miracolosamente la carrozza fu tirata fuori.

Il nonno di Shpola sentì che quelle parole dell'ebreo erano un segno dall'Alto che avrebbe dovuto rivelare le proprie forze spirituali per aiutare gli altri.

Quando giunse a Mezeritch il Maghìd gli disse, alla presenza di tutti gli altri allievi, "il Baal Shem Tov mi ha detto che tu puoi tirare fuori il vagone e tutto il suo contenuto dal fango; devi diventare un Rebbe!"

Il maghìd gli diede la sua benedizione. Il Nonno di Shpola diventò una guida per molti e fu conosciuto soprattutto per il suo aiuto alle famiglie che vivevano fuori dai centri urbani e gestivano le tenute dei nobili. Spesso andavano incontro a vari pericoli, materiali e spirituali, e il "Nonno di Shpola" appariva al tempo giusto e al momento giusto per aiutare. Da qui anche il suo soprannome, indicativo di una persona che trattava gli altri come se fossero i suoi nipotini.