Botta: Quest’anno è un anno Sabbatico, di shemità, secondo il calendario ebraico. Durante l’anno di shemità, oltre a non lavorare i campi nella Terra d’Israele, tutti i debiti vengono annullati. Come mai? Non pensi che questa mitzvà possa portare persone ad esitare a prestare soldi, sapendo che il debitore può aspettare il settimo anno e che il suo debito verrà annullato?
Risposta: Buona domanda; prima di risponderti, vorrei esaminare ciò che c’è dietro a questa legge insolita.
Come hai accennato, la Torà ci comanda (in Deuteronomio 15:1-7) che ogni sette anni, da quando il popolo Ebraico si è stabilito nella Terra d’Israele, sia osservato un anno di shemità, e che, oltre alle varie leggi inerenti all’agricoltura, i debiti personali vengano annullati. Quest’ultima norma si applica anche fuori da Israele e solo per i debiti personali, non quelli pubblici né quelli accumulati per altri motivi (affitto, acquisti ecc).
Fede e generosità
Il Sefer Hachinùch (377), un commento classico del 13° secolo, spiega che annullare i nostri debiti ogni sette anni, ci abitua ad essere più generosi e a lasciar andare soldi che di diritto appartengono a noi, instillando una forte fede nel fatto che tutto proviene da Hashèm. Pertanto, quando abbiamo fede in Hashèm e ci comportiamo generosamente con il prossimo, diventiamo meritevoli di ricevere benedizioni e bontà da Lui. Sembra che questo sia il significato dei versetti di Deuteronomio 15 riguardo all’annullamento dei debiti:
“E questa sarà la remissione: ogni creditore rinuncerà a esigere quanto dovrebbe avere dal suo prossimo; non esigerà [il pagamento] dal suo prossimo e da suo fratello… Non vi saranno bisognosi tra di te, poiché il Sign-re ti benedirà nel Paese che il Sign-re tuo D-o sta per darti in retaggio, come possesso. [Ciò avverrà] solo se obbedirai al Sign-re tuo D-o, eseguendo tutti questi precetti che Io ti comando oggi, poiché il Sign-re tuo D-o ti benedirà come ti ha promesso. Darai in prestito a molte nazioni e tu non dovrai prendere in prestito…”.
Prevenire furti
Inoltre, il Sefer Hachinùch spiega che questa mitzvà ci allontana dall'invidia e perfino dal desiderio di commettere un furto. Da questa norma potremmo arrivare ad una conclusione a fortiori (kal vachomer): “La Torà dice che, quando arriva l’anno di shemità, devo rinunciare ai soldi che ho dato in prestito; sicuramente quindi non dovrei desiderare né rubare soldi che non mi sono mai appartenuti!”.
La nostra vita e il nostro lavoro in questo mondo materiale sono solo temporanei; non siamo qui per accumulare ricchezze e averi, bensì per servire D-o, il padrone del mondo intero. Rinunciare al denaro che abbiamo guadagnato con il nostro duro lavoro, ci ricorda che non dobbiamo essere eccessivamente coinvolti nei nostri affari materiali, pensando che più lavoriamo, più guadagneremo: un anno di shemità può cancellare tutto! Invece, dovremmo renderci conto che tutto viene da D-o, e i nostri giusti sforzi per guadagnarci da vivere non devono essere a discapito del vero obiettivo.
Fino a questo punto ci siamo concentrati sui prestatori, ma altri considerano questa mitzvà come una tregua per i debitori. Siccome non si può lavorare la terra durante l’anno di shemità, è chiaro che il debitore non ha modo di guadagnare soldi per ripagare i suoi debiti, perciò la Torà dichiara che i debiti siano annullati.
La Torà che abbiamo in questa sfera fisica è un mero riflesso della Torà dei mondi spirituali. Il Rebbe spiega che come un creditore, D-o ci elargisce benedizioni abbondanti aspettandoSi che “Lo ripagheremo”. Ad esempio, se abbiamo figli, è nostro dovere educarli a seguire le Sue vie. Se Egli ci dà ricchezza, è necessario stare attenti a dare tzedakà e a usare il denaro conformemente alla Sua volontà.
Da parte Sua, D-o sa bene che a volte il debitore non riesce a restituire il prestito. Perciò, ogni tanto D-o concede il condono, e ci perdona per aver usato in modo indebito ciò che Egli chi ha dato. Allo stesso modo, durante l’anno di Shemità perdoniamo coloro che ci devono soldi.
Riducendo il nostro lavoro nei campi e dedicando l’anno a servire D-o, in un certo senso accantoniamo quelle parti di noi che si sono immerse un po’ troppo nel mondo materiale diventando persone nuove e ricominciando da zero, e questo a sua volta fa sì che i debiti precedenti verso D-o vengano annullati.
Esitare a prestare soldi
In risposta alla seconda parte della tua domanda, ossia che l’amnistia potrebbe far esitare a dare soldi in prestito:
In effetti, circa cento anni prima della distruzione del Secondo Tempio, Hillel il Saggio notò che alcune persone esitavano a dare prestiti prima dell’anno di shemità a chi ne aveva bisogno. Perciò egli stabilì il pruzbul, ossia un processo che trasferiva i debiti personali al tribunale, e in questo modo si potevano riscuotere nonostante la shemità.
Nonostante i rabbini di solito non possano aggirare un concetto della Torà, Hillel lo poté fare perché il condono dei prestiti non era più effettiva dal punto di visita biblico.
Il Talmùd spiega che molte leggi agricole della Torà, tra cui quelle inerenti alla shemità, dipendono dal fatto che tutte le 12 tribù vivano nella Terra d’Israele. Questa realtà cessò nel VI secolo quando gli Assiri conquistarono il Regno del Nord d’Israele e mandarono le dieci tribù disperse in esilio. Le norme della shemità sono inestricabilmente collegate l’una all’altra, e dunque le leggi del condono sono in vigore solo quando anche le norme agricole sono osservate secondo le direttive della Torà.
È possibile che, il fatto che le leggi del condono durante la shemità erano in vigore solo come norme rabbiniche (e non dalla Torà) insieme al fatto che il livello spirituale di molti all’epoca stava deteriorando, abbia portato alcuni a esitare a prestare soldi, pensando erroneamente che la promessa di abbondanza materiale si applichi solo quando la shemità è osservata secondo la Torà.
L’aspetto positivo nella negatività
Il Rebbe spiega che, nonostante che il motivo per cui fu stabilito il pruzbul fosse negativo, c’era comunque un aspetto positivo. Dopotutto, il concetto del pruzbul è che, nonostante il nostro basso livello spirituale, possiamo continuare a compiere buone azioni concedendo prestiti e dando soldi a chi ha bisogno.
Preghiamo per il giorno in cui queste leggi saranno nuovamente in vigore secondo la Torà, quando tutte le tribù d’Israele torneranno nella nostra Terra, con l’arrivo del Mashìach, amèn!
Rav Yehuda Shurpin, Chabad.org
Nota editoriale: Nonostante che le leggi non vengano cancellate fino alla conclusione dell’anno di shemità, quando inizia l’anno, ci sono alcuni decisori halachici che stabiliscono che chi presta soldi non può richiedere il pagamento del prestito (ma può riceverlo se il debitore glielo restituisce di sua iniziativa). Per questo motivo, molti usano fare il pruzbul prima del Rosh Hashanà (capodanno) del nuovo anno di shemità. Una volta che il pruzbul è stato fatto, sarà necessario fare un nuovo pruzbul per ulteriori prestiti.
Altri invece fanno il pruzbul alla fine del settimo anno, prima che i prestiti vengano annullati. Per essere sicuri, molti usano fare il pruzbul due volte, prima dell’inizio dell’anno di Shemità e di nuovo prima che esso finisca.
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