Nel 1971 passai la giornata di Lag baomer al sud d'Israele presso la frontiera israelo-egiziana, sulle rive del canale di Suez. Due giorni prima il Rebbe di Lubavitch aveva chiesto di far pervenire a tutti i soldati posti alle frontiere una lettera speciale da parte sua per sollevare loro il morale. Con alcuni altri Chassidim del villaggio di Kfar Chabad, mi diressi verso il Sinai.
Avevamo portato molte fotocopie della lettera, dei dolci e della vodka. Arrivammo di mattina presto al fortino di Bloza dove chiedemmo al comandante il permesso di visitare tutti i fortini situati in prossimità del canale. Si trattava di un colonnello. Accettò che andassimo ovunque tranne che sul canale stesso: “Queste spalle” - dichiaro' indicando i suoi distintivi - “hanno già inviato parecchi soldati al fronte, ma la mia coscienza mi vieta di mandare un solo civile! ”.
Ci procurò dei caschi e dei giubbotti anti proiettili. Nei vari appostamenti ci accolsero a braccia aperte, felici della nostra visita. Ad un certo punto, notammo un convoglio incaricato dei rifornimenti. Decidemmo così di assumerci la responsabilità in proprio. “Andate verso il fronte?”. “Si” ci rispose uno dei conducenti, offrendoci di salire a bordo. Arrivammo al primo fortino nel pomeriggio. Mentre il conducente scaricava le casse, riunimmo i soldati e distribuimmo la lettera del Rebbe, dei dolci e la vodka per un “lechaim” “alla vita!”.
L' ultimo fortino che visitammo si chiamava Tempo.
“Avete portato dei dolci?” chiese il comandante al conducente. “Spiacente, non questa volta!” rispose questi. “Peccato perché uno dei soldati festeggia il suo compleanno...”
A quel punto schizzammo fuori dal camion e distribuimmo i dolci e la vodka! I soldati si riunirono intorno a noi e festeggiammo questo compleanno con una gioia indescrivibile. Sicuramente quel soldato non lo scorderà mai!
I soldati non volevano lasciarci partire ma i nostri spostamenti dipendevano dal convoglio, senza il quale non saremmo potuti tornare. Sulla strada di ritorno, si scatenò una tempesta di sabbia così violenta che ci era praticamente impossibile aprire gli occhi. Quando arrivammo a Bloza, il colonnello volle ringraziarci: “Ho ricevuto da tutti i fortini dei rapporti molto elogiativi riguardo alle vostre visite!” Poi estrasse una mappa dei fortini e cominciò ad indicarli uno per uno. Quando puntò il dito su quello che era il più vicino al canale, esclamai: “Questo è Tempo!”
“Come fai a conoscere questo nome?” chiese stupito.
“Siamo appena tornati da lì!” Risposi, consapevole di aver fatto una gaffe. Gli raccontai con tono scherzoso come eravamo riusciti ad arrivarci. Il comandante sorrise, dicendo: “Che cosa posso dirvi? Voi ricevete gli ordini direttamente dal Rebbe!”
Nella località di Rafiach, fummo obbligati ad aspettare la formazione di un nuovo convoglio perché era impossibile spostarsi durante la notte con altri veicoli. Improvvisamente si fermò vicino a noi un autobus il cui conducente ci chiese: “Che cosa fate qui durante Lag Baomer?” Gli raccontammo tutte le nostre attività in quella zona militarizzata al fine di portare conforto ai nostri soldati. Il conducente rimase sbalordito, scese dall' autobus, abbracciò tutti quanti noi e disse: “Ho sentito oggi alla radio che migliaia di Chassidim si sono recati a Meron in pellegrinaggio alla tomba di Rabbi Shimon bar Yochai. Voi non siete andati a Meron ma sono sicuro che Rabbi Shimon bar Yochai oggi è stato con voi vicino al canale!”
di Avraham Meizlish tradotto da Aharon Leotardi
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