Cari fratelli, che D-o vi benedica tutti,

In prossimità dell'Anno Nuovo ogni uomo ebreo e ogni donna ebrea si sofferma per fare un bilancio di quanto ha realizzato nell'anno che sta per finire. Decidiamo di essere migliori e preghiamo perchè il prossimo anno sia felice, tanto nelle cose materiali quanto in quelle spirituali.

I nostri Saggi dicono che quando diamo la tzedaqà ai poveri, le nostre preghiere saranno esaudite ed il cielo ci darà salute, prosperità e felicità.

L'uomo ha un corpo e un'anima. E come c'è una povertà materiale - quando manca il cibo, un tetto, di che coprirsi - c'è anche una povertà spirituale ed in questo caso sono le cose dello spirito a mancare: la conoscenza della Torà , l'osservanza delle mitzvòt e il compimento di buone azioni.

Dicono i Saggi: "Come dobbiamo interpretare le parole del profeta: quando vedi un povero dagli di che coprirsi? Certo anche nel senso: quando vedi un uomo che non conosce la Torà , fallo venire a casa tua, insegnagli lo Shemà, incitalo a compiere le mitzvòt, insegnagli la Torà… "

Quando stiamo per comparire dinanzi al Giudice supremo per Rosh Hashanà, dobbiamo fare un esame - ciascuno nella misura delle proprie possibilità e opportunità - delle nostre opere di bene e di carità verso il prossimo, tanto nel campo materiale che in quello spirituale.

Perfino il più misero può fare atti di bontà verso i propri simili e così anche l'uomo più semplice, quello che non ha una grande istruzione e cultura può, con l'osservanza della Torà e delle mitzvòt esercitare una benefica influenza sugli amici e su quelli che lo circondano.

E, naturalmente, tanto più coloro che possiedono ricchezze quanto quelli che si distinguono per i valori dello spirito devono essere prodighi nelle loro opere di tzedaqà , dando denaro e tempo ai fratelli e alle sorelle meno fortunati, per salvarli, confortarli, renderli più forti tanto fisicamente che spiritualmente.

Possa il nostro Padre Misericordioso in Cielo segnare per noi nel Suo libro un anno felice e buono, tanto nelle cose materiali che in quelle spirituali e portarci la vera Redenzione con il vero Messia già nel nostro tempo, amen,

Vi porgo i miei [auguri] per una Ketivà vachatimà tovà

Rabbi Menachem Mendel Shneerson

(Da una lettera del Rebbe di Lubavitch; tradotta in Il Pensiero della Settimana, a cura del rabbino Shmuel Rodal).