Tutti i popoli della terra vedranno che il nome del Signore è chiamato su di te e ti temeranno (Devarìm 28, 10).

Il Talmud dice che il nome del Signore è chiamato su di te si riferisce ai tefillìn della testa. (Berachòt 6a). Perché allora ci sono così tante persone che indossano i tefillìn, ma non riscuotono reverenza dai propri simili?

Rabbi Levi Yitzchak di Berdichev sottolinea che le parole del Talmud devono essere lette e interpretate con attenzione.

Il Talmud non sta parlando dei tefillìn posti sul capo, ma di quelli posti nel capo. Solo se il messaggio scritto sulla pergamena dei tefillìn viene completamente assorbito, fatto proprio dalla mente di colui che lo indossa egli potrà ricevere onore presso i propri simili.

Porre i tefillìn sul capo è adempiere a una mitzvà, il che equivale a una dichiarazione di intenti, significa mostrare di aderire, pubblicamente e secondo il rito, ai principi che sono iscritti nei tefillìn stessi.

I tefillìn posti nel capo, invece, significano che se ne è fatto proprio il contenuto che è divenuto parte integrante del carattere, dell’indole della persona stessa, così che ogni pensiero e ogni azione che essa compirà sarà come filtrata attraverso le quattro porzioni di Torà contenute nei tefillìn.

La missione di Israel nel mondo è quella di dare esempio di spiritualità e proprio questo merita il rispetto altrui. Le nazioni guarderanno a Israel quando in lui vedranno il segno della Presenza Divina e ciò potrà essere raggiunto solo quando i tefillìn saranno nel capo e non già semplicemente sul capo.

Per gentile concessione di Cyberdrasha.it