Uno degli aspetti più tristi della storia del popolo ebraico è l’usanza che si diffuse fra i cristiani, e in seguito anche fra i musulmani, di accusare gli ebrei dell’assassinio di bambini innocenti per mescolarne il sangue al vino del Sèder di Péssach o per aggiungerlo all’impasto delle azzime.

Si trattava in realtà di un pretesto come un altro per accanirsi su una minoranza fedele al suo D-o e alla sua religione, sempre a portata di mano come capro espiatorio, anche quando l’accusa era non solo infondata ma del tutto illogica.

La legge ebraica vieta infatti categoricamente il consumo della benché minima quantità di sangue, al punto di prescrivere addirittura di gettare un uovo in cui se ne scorga la più piccola macchia.

Le prime calunnie risalgono all’epoca greca e sono da attribuire alla fervida mente, in questo caso troppo fantasiosa, dei “saggi” del popolo allora considerato più civile.

Con il declino dell’influenza greca sui popoli sottomessi e in particolare con la vittoria degli Asmonei, si diffuse ai quattro venti la voce di questa crudele usanza adottata dagli ebrei. In seguito furono i romani, eredi della civiltà greca, a diffondere una leggenda simile fra i popoli dell’impero. Giuseppe Flavio, nel suo Contra Apionem, cita una “testimonianza” di un greco residente a Gerusalemme:

«Quando entrò nel Santuario, Antioco vide un uomo sdraiato su una poltrona, vicino a una tavola apparecchiata con ogni sorta di delizie. Mangiava del pesce e della carne di fagiano. È usanza degli ebrei, in un determinato periodo dell’anno, catturare un greco, nutrirlo e ingrassarlo per poi assassinarlo. È quindi offerto in sacrificio, secondo la loro usanza, in pompa magna e con grandi cerimonie, in seguito alle quali viene gettato in un pozzo».

Democrate, dal canto suo, scrisse: «Ogni sette anni, un ebreo cattura un pagano e lo sacrifica, tagliando in pezzi la sua carne». Anche Socrate riporta un omicidio rituale secondo lui perpetrato dagli ebrei nei confronti dei pagani: «A Purìm, ebrei ubriachi catturarono un pagano e lo impiccarono al posto di Hamàn». Fu così che il seme dell’odio iniziò a dare i suoi frutti, anno dopo anno, di paese in paese, di popolo in popolo. Le accuse di omicidio rituale a poco a poco diventarono il costante e ossessivo terrore degli ebrei, ovunque vivessero. L’Inghilterra era la patria di quella che ormai era diventata un’usanza, ma anche la Germania, la Francia e persino l’Italia, soprattutto durante il Medioevo, si macchiarono di questa terribile colpa, massacrando o portando al rogo decine, ma spesso centinaia di uomini, donne e bambini innocenti. Ogni pretesto era buono per dare libero sfogo alle masse ignoranti e insoddisfatte, alla ricerca di qualcuno su cui riversare la propria rabbia e il proprio malcontento.

All’inizio del Rinascimento l’usanza iniziò a diffondersi anche in Turchia, in Egitto, in Siria e persino a Hebron, allora sotto il dominio arabo. La tradizione non era in realtà mai stata abbandonata dai paesi europei, in cui uomini di culto, re, ministri e governatori continuavano ad aizzare contro gli ebrei le loro folle di disperati. In Russia e in Polonia in particolare, queste calunnie erano diventate quasi un rito a cui i re partecipavano personalmente, guidando le interminabili processioni che inondavano i quartieri ebraici delle città.

Persino alla vigilia della Prima guerra mondiale, fra il 1911 e il 1913 gli ebrei sotto dominio russo, già stremati dai terribili pogrom di cui erano stati vittime, furono nuovamente minacciati da una nuova accusa perpetrata nei confronti di un certo Mendel Beilis. Era stato convocato dalla Corte suprema affinché testimoniasse che gli ebrei avevano bevuto sangue umano. Fu persino avanzata al governo russo la richiesta di adottare misure severe ed efficienti per porre fine ai continui crimini commessi dagli ebrei.

Ma questa volta l’ebraismo russo, sostenuto da alcuni onesti e colti non ebrei, tenne testa alle accuse per dimostrarne la falsità. I nemici della Russia, dal canto loro, attizzavano la fiamma nell’intento di distogliere l’attenzione del suo governo da questioni politiche internazionali più importanti e quindi coglierla impreparata all’ormai imminente conflitto.

Il piano dei russi fu sventato ma il sollievo degli ebrei non durò a lungo. Lo scoppio della guerra segnò infatti l’inizio di nuovi massacri e causò lo spargimento di altro sangue innocente. Solo una ventina d’anni dopo, con la Seconda guerra mondiale l’assassino per eccellenza, il re dei sanguinari – Hitler, sia cancellata la sua memoria – perpetrò contro il popolo il più terribile dei crimini, con i risulati purtroppo ben noti a tutti.

Speriamo che nessun Hitler e nessun faraone abbia mai più la forza di sorgere e che presto regnino nel mondo la pace e la redenzione finale e completa con la venuta del Messia, presto ai nostri giorni, amèn.