Deuteronomio 32:1–52

La maggior parte della parashà di Ha’azinu è composta dalla cantica di Moshè, un canto di settanta righe detta dal leader al popolo d’Israele nell’ultimo giorno della sua vita.

Invitando il cielo e la terra come suoi testimoni, Moshè incita il popolo a “Ricordare I giorni passati, considerare gli anni di molte generazioni; chiedi a tuo padre e lui te lo racconterà, I tuoi saggi ed essi te lo diranno”. Come D-o li ha trovati una terra deserta e li ha trasformati I un un popolo e donato una terra abbondante. La cantica avverte anche delle insidie della sovrabbondanza e delle disgrazie che accadranno che ne risulteranno. Alla fine però, Moshè promette, il Sign-re vendicherà il sangue dei Suoi servi e si riconcilierà con il Suo popolo e la sua terra.

La parashà termina con l’istruzione di D-o a Moshè di salire sulla cima del monte Nevo dal quale potrà vedere la Terra Promessa prima di morire su quel momnte. “Poichè tu vedrai la terra dinanzi a te, ma non andrai lì, nella terra che Io do ai figli d’Israele”.

pongano a lato (o dentro) l’Arca Santa.