Mosè esaminò tutto il lavoro e constatò che essi l’avevano eseguito precisamente secondo quanto il Signore aveva ordinato; quindi Mosè li benedisse (Esodo 39, 43).

Rashi dice che le parole usate dal profeta per la benedizione furono: “Possa essere il volere che la Presenza Divina riposi nel lavoro delle vostre mani”. Si nota subito che Mosè non disse: “Possa essere il volere di D-o che la Sua presenza riposi tra voi”; bensì: “ Possa essere il volere…”. Questo si presta a due interpretazioni: “possa essere il volere di D-o” secondo una prima lettura, contrapposta a “possa essere il vostro volere”.

Un chassìd venne dal rabbi di Shinyev e domandò che intercedesse per lui, pregando affinché fosse in grado di studiare la Tora e di mettere in pratica le mitzvòt in modo appropriato. Il rabbi chiuse gli occhi e assunse una posizione di meditazione e di preghiera. Dopo pochissimi attimi riaprì gli occhi e disse al chassìd: “Ho pregato per te e le mie preghiere hanno avuto effetto. D-o le ha accolte, accetta e gradisce assolutamente che tu studi la Torà e metta in pratica le mitzvòt. Ora tutto ciò che ti rimane da fare è studiare e adempiere ai precetti”.

C’è una cosa di cui si può essere veramente certi: D-o vuole che la Sua Presenza sia tra noi. La Cabala insegna che lo scopo della creazione di questo mondo fu il proposito di D-o di avere un luogo materiale in cui far risiedere la Presenza Divina. Non c’è da domandarsi quale sia il volere del Signore: è chiaro e dichiarato. Il nostro obiettivo è di rendere questo mondo gradevole affinché la Presenza Divina vi si manifesti.

Si racconta che quando il Rabbi di Kotzk era giovane incontrò il Rabbi di Pishische che gli domandò: “Giovane uomo, dov’è D-o?”.

Il Rabbi di Kotzk rispose: “D-o è ovunque. Non c’è luogo in cui Egli non sia”.

Il Rabbi di Pishische domandò ancora: “Giovane uomo, dimmi: dov’è D-o?”.

Il Rabbi di Kotzk citò il versetto dei profeti: L’universo intero è pieno della Sua Gloria.

Al che il Rabbi di Pishische mostrò un po’ di impazienza e domandò ancora: “Giovane uomo, ti ho chiesto di dirmi dov’è D-o?”.

Il Rabbi di Kotzk replicò: “Bene, se le mie risposte non ti soddisfano, dì tu a me: dov’è D-o?”.

Il Rabbi di Pishische allora esclamò: “Giovane uomo, D-o è dovunque il suo popolo gli permetta di essere”.

L’affermazione del Rabbi di Pishische è profonda. La Presenza Divina è ovunque, è vero, tuttavia può manifestarsi solo dove, e quando, il popolo acquisisce i meriti affinché ciò avvenga.

La benedizione che Mosè pronunciò quando fu completa l’edificazione del Tabernacolo, dunque, assume un senso ben preciso: è certamente il volere di D-o quello di dimorare presso l’uomo, ma è quest’ultimo che deve invitarlo.