Questa è la cosa che il Sign-re ha comandato che eseguirete, sicché si riveli a voi la Maestà del Sign-re (Vayiqrà 9, 6).
Rabbi Zusha di Anipoli disse: «Se potessi prendere il posto del patriarca Avraham, e io stesso vorrei proprio essere Avraham, tuttavia non lo farei. Sebbene ne potessi trarre un grande beneficio, che vantaggio ci sarebbe da tale situazione per l’Altissimo? Egli vorrebbe avere ancora un Avraham e uno Zusha».
Poiché l’unico scopo della vita di ciascun individuo è quello di elevare la Gloria del Sign-re in questo mondo, ciascuna azione che non miri al raggiungimento di tale fine non ha un vero valore.
Quando una giovane coppia si congiunge in matrimonio la prima tra le sette benedizioni che si recitano dice: «… che D-o creò ogni cosa per la sua Gloria».
È necessario che tale concetto sia il principio che guida la formazione di una famiglia ebraica.
Si deve ammettere che spesso la motivazione che induce molte scelte è: «Che cosa significa e cosa comporta questo per me?» piuttosto che: «Che cos’è per il Sign-re?». Per l’ebreo rispettoso dei precetti della Torà, i dettami della halachà indicano e insegnano il volere Divino, e se si dovesse mai trovasse incerto sul corretto adempimento di una norma, si rivolgerebbe a un’autorità competente al fine di chiarire ogni dubbio. In ogni circostanza in cui si ha un dubbio in merito al corretto comportamento da tenere, e qualora la halachà non intervenga con un chiarimento, è necessario che ciascuno di noi si faccia guidare da un Maestro che indichi la giusta decisione da mettere in pratica al fine di accrescere la Gloria del Sign-re in questo mondo. In ogni altro modo, nell’incertezza, è meglio non compiere alcun atto.
Quando i Saggi compilarono il Talmud, ci furono dispute tra le autorità rabbiniche e alcune opinioni in materia halachicha erano nettamente divergenti. Per la maggior parte si tratta di discussioni in merito a una determinata azione: ci fu chi la permetteva e chi no. Il Talmud stesso racconta che il profeta Elia apparve a una delle autorità talmudiche, impegnata nella discussione, che gli pose la seguente domanda: «Che cosa dice il Santo, Benedetto sia il Suo Nome, di questa norma?».
Il profeta rispose: «D-o dice che entrambe le opinioni sostenute in merito sono parola del D-o vivente».
In altre parole, il Talmud insegna che, seppure opposte, entrambe le tesi erano corrette.
Ma come possono due opinioni opposte essere entrambe portatrici di verità? La risposta è la seguente: poiché ciascuna prendeva spunto dai fondamenti della Torà, ciascuna è vera e ciascuna è volta a portare onore alla Gloria di D-o.
Rabban Gamliel parlò a nome di tutte le autorità talmudiche e di quelle halachiche di ogni tempo, quando disse: «Io non sostengo la mia opinione al fine di trarne maggior prestigio personale, o per rendere onore alla mia famiglia, ma per la Tua Gloria». I grandi Maestri della halachà non furono mai mossi da fini personali, non cercarono la popolarità per sé. La loro unica motivazione fu di mettere in pratica il volere Divino al fine di compiere lo scopo della Creazione, che consiste nel portare la Gloria del Sign-re in questo mondo.
Questo è il messaggio di Moshé che si impara dal versetto: Questa è la cosa che il Sign-re ha comandato che eseguirete (Vayiqrà 9, 6).
Quando non vi è altra linea che guida il cammino di un uomo che non sia la determinazione di compiere il Volere Divino, allora veramente egli sta contribuendo al manifestarsi della Gloria del Sign-re in questo mondo.
Parliamone