La drammatica storia raccontata nella nostra Parashà è nota a molti.

Il giorno dell'inaugurazione del Mishkàn, il Santuario nel deserto, quando la presenza Divina si fa dimostrare agli occhi di tutto Israel che a loro volta lodano e gioiscono con il Creatore, avviene una tragedia. Due dei quattro figli di Aharon scelgono di portare un'offerta che non è stata richiesta. L'offerta era l'eccelso servizio del Ketòret, l'incenso sacro, che sarebbe stato offerto ogni giorno sull'apposito piccolo altare d'oro, posto non lontano dalla Menorà.

La tragedia: la loro morte. Il risultato dell'offerta non richiesta.

Moltissime le autorevoli opinioni riguardo questo evento. Perché hanno meritato la morte? Molti fanno notare, basandosi su diversi spunti testuali, la elevata statura spirituale dei due. Infatti quando vengono ricordati nella Torà è sempre con il ricordo di questo evento, come per dire che aldilà di questo erano privi di alcuna pecca.

Con la seguente tenterei di gettare un po' di luce dal punto di vista Hassidico (che si basa tra l'altro anche su fonti kabalistiche come lo Zohar), facendo semplicemente alcuni punti che andrebbero allargati, ma per il momento solo questo assaggio...

1) Il testo non da indicazioni di una punizione o di un "uccisione" dei due fratelli per mano Divina. Il testo parla di un avvicinamento che provocò la loro morte (sia qui che molto chiaramente in Vayikrà 16:1).

2) La famosa visione profetica della "merkavà" (il carro) di Yechezkel fa riferimento ad un movimento degli angeli designato "ratzò va-shòv" che possiamo tradurre liberamente con "andata e ritorno".

3) La mistica insegna che questo movimento in realtà è anche naturale per le anime. In ognuno di noi si trova un'anima soffiata dal Divino che non vorrebbe altro che tornare ad uno stato di "libertà spirituale" e lasciare la "cattività corporea" e mondana. Questo è il sentimento naturale dell'anima. Questa sarebbe l'andata. Il ritorno, invece, sarebbe il realizzare che nonostante l'istinto naturale dell'anima fosse contrario, è comunque necessario "tornare" al mondano perché è in e con questo che Hashem ci chiede di effettuare le mitzvòt e santificare il mondo. Andata e ritorno. Avanti e indietro.

Una persona in alto contatto e sintonia con la propria anima, potrebbe rischiare di prendere solo l'andata... La sua anima potrebbe tornare alla propria fonte come conseguenza del suo attaccamento estremo.

Non sarebbe una punizione bensì un risultato dell'andare oltre il dovuto.

Questa cosa sarebbe considerata addirittura un 'het' (tradotto con peccato ma letteralmente 'mancanza') perché non è questa la volontà del Creatore.

In questa maniera si potrebbe capire meglio la storia dei figli di Aharon.