La mitzvà di shmità è espressa nella Torà nei seguenti termini: “Quando verrete sulla terra che vi concedo e la terra si riposerà Shabàt in onore del Signore; sei anni seminerai il tuo campo e sei anni pianterai la tua vigna e ne raccoglierai la sua produzione, ma il settimo anno un Shabbat sarà consacrato alla terra per il Signore, non seminerai il tuo campo”(25:2-4).

Come può la Torà affermare che la terra si riposerà un Shabbat prima di impartire l’ordine di seminarla per sei anni? È come se la Shmità precedesse i sei anni di coltura della terra. Il che è impossibile. La shmità è comunque menzionata nel terzo versetto ”ed il settimo anno...”.

Dall’espressione “E la terra si riposerà” (con “e” quale congiunzione), si deduce che questo non è l’intento principale della Torà bensì il seguito: “quando verrete”.

L’erudito Or Hachayim (Rav Chaim Benattar) spiega che la terra d’Israele sarà donata a condizione che il riposo della stessa sia rispettato, in quanto la terra è proprietà di D-o. Si può aggiungere un dettaglio all'esegesi: tale restrizione non riguarda solamente il dono di D-o, ma anche al momento in cui il popolo d’Israele riceverà la terra, dovrà riceverla previo impegno di astenersi dal lavorarla durante il settimo anno.

E allora “ per sei anni seminerai il tuo campo”, senza lasciarlo incolto un anno su due al fine di ottenerne maggior rendimento e malgrado ciò “procederai alla raccolta della sua produzione”, la sua intera produzione, e non ti mancherà niente sebbene tu non l’abbia lasciata incolta durante questi sei anni. Se l’uomo intende ottemperare agli ordini inerenti alla shmità prima ancora di lavorare la terra, egli farà venire la benedizione sulla raccolta degli anni futuri, a fortiori quando egli osserverà de facto le regole in questione, la produzione agricola sarà molto abbondante grazie alla benedizione del Sign-re.