La Parashà di questa settimana è la prima del 4° libro della Torà, chiamato Bemidbàr nella tradizione ebraica e Numeri in italiano (in effetti esiste anche in fonti ebraiche un nome simile). Un mio amico ha proposto un altro nome, Il Libro delle Lamentele. Un semplice riassunto di gran parte dei racconti trasmessi dalla Torà in questo libro sarebbe semplice: Gli ebrei non erano contenti e si lamentarono con Moshè e con D-o.
Diverse lamentele riguardano il cibo (e la mancanza di scelta in riguardo), l'acqua, la mancata volontà di recarsi in Israele ed una vera e propria ribellione contro il potere di Moshè ed Aharòn.
In un caso la Torà dice che il popolo si lamentò, accendendo l'ira del Sign-re, senza specificare quale fosse il motivo della lamentela.
Questo mi ha ricordato un po' il comportamento di un bambino che trova mille motivi per disturbare i genitori. A volte i genitori cercano di affrontare e risolvere il motivo del disturbo, per andare incontro quasi immediatamente ad un altro disturbo. Questo perché non si accorgono che il motivo è uno solo: Il bimbo in effetti sta dicendo "guardami, voglio la tua massima attenzione, e troverò mille modi per ottenerlo"...
Se ci possiamo permettere di applicare questa metafora al popolo ebraico nel deserto ma a tutti noi anche oggi, potremmo dire che il popolo cerca di ottenere l'attenzione del Sig-re o cerca di creare un legame con Esso.
Se i ruoli di culto ufficiale sono limitati a certi individui (i sacerdoti, i leviti) il popolo troverà un modo per avere l'attenzione e quindi il legame con haKadosh Baruch Hu.
Per fortuna non bisogna essere un "esponente ufficiale" per trovare questo legame. "Il Sign-re cerca il cuore" dice il Talmud, e se ce lo mettessimo si risolverebbero molte situazioni!
Parliamone