D-o si presentò a Bilàm [in sogno] e disse: «Chi è quella gente con te?» (Bemidbar 22, 9).

Rashi dice che Bilàm interpretò la domanda di D-o che vi erano cose che il Signore non sapeva e di cui non veniva a conoscenza, per questo pensò di essere in grado di maledire il popolo ebraico senza che D-o fosse mai al corrente dell’accaduto.

Bilàm non era uno sciocco. Il Talmud dice che i poteri profetici di Bilàm, sebbene di origine satanica, erano equivalenti a quelli di Moshé stesso (Sifrì, Deuteronomio 34).

Ma come può allora una persona a tal punto dotata di poteri sovrannaturali mostrarsi così sprovveduto da credere di poter celare una qualsiasi cosa all’Onnipotente? Perfino l’intelletto di un bambino comprende che l’esistenza di un D-o Onnisciente preclude ogni dubbio in merito al fatto alcuna cosa, quale che sia, possa rimanergli celata.

La Torà ci sta insegnando che anche un uomo saggio può essere soggetto a pensieri insensati. La storia offre una miriade di esempi in cui uomini saggi agirono in modo stolto e non vi è alcun motivo per dubitare che ciò accada, tanto più nei nostri giorni. Invariabilmente ciò è dovuto a una brama personale così forte da paralizzare, letteralmente, ogni facoltà intellettiva logica. La saggezza di colui che è preda di un tale sentimento non interviene per nulla, non può in alcun modo intervenire, per prevenire un’azione sconsiderata.

Proprio a questo proposito re Salomone dice: … non appoggiarti soltanto alla tua intelligenza (Proverbi 3, 5).

Anche quando vi è una concreta e tangibile evidenza in merito alla saggezza di un uomo, ciò non esclude la possibilità che egli commetta azioni stolte.

Bilàm era talmente consumato dall’odio nei confronti del popolo ebraico e dal desiderio di distruggerlo, che il suo giudizio razionale fu come sospeso: in questo modo poté concepire l’idea folle che D-o non sarebbe mai venuto a conoscenza delle sue maledizioni.

L’unica salvaguardia nei confronti di questo tipo di follia che, come s’è detto può cogliere anche la persona più saggia, intelligente e colta, sta nel scegliersi un confidente in cui si possa riporre assoluta fiducia. Non è necessario che questa persona sia più saggia, perché ciò che gli viene richiesta è una semplice opinione obiettiva, da osservatore esterno, il cui giudizio non sia offuscato da alcun interesse personale.