Caro Signore,
Ho ricevuto la sua lettera nella quale mi scrive di lei stesso e della sua famiglia e mi mette a conoscenza del suo problema: Lei gestisce un negozio di ferramenta, che è la fonte del suo guadagno settimanale e poiché il Sabato è il giorno di maggior lavoro lei ha tenuto il suo negozio aperto di Shabbat, sebbene la violazione dello Shabbat la turbi, e lei mi chiede consiglio.
Vorrei dirle innanzitutto che mi sono molto rallegrato nel sentirle dire che la
dissacrazione dello Shabbat la turba nel più profondo del suo cuore. Ciò dimostra che il suo cuore ebraico è vivo e attivo e fortemente si oppone al suo fare qualcosa di sbagliato – sbagliato non solo per la sua anima, ma anche per i1 suo corpo, poiché per l'ebreo corpo e anima sono intimamente uniti a formare un tutto, e non vi è nulla che sia dannoso per l'anima che non lo sia altrettanto per il corpo.
Prima di rispondere alla sua domanda vorrei fare le seguenti osservazioni a modo di introduzione.
Gli ebrei in generale, e quelli osservanti in particolare, non hanno dubbi che D-o abbia creato il mondo e che lo guidi. Né hanno alcun dubbio che i Dieci Comandamenti vengono da D-o e fra loro il quarto: «Ricorda il giorno dello Shabbat di santificarlo... in quel giorno non farai alcun lavoro».
È egualmente certo che D-o, che creò l'uomo, provvede anche al modo del suo sostentamento. Sarebbe illogico immaginare che D-o costringa tutti ad ottenere il proprio sostentamento in una maniera contraria alla Sua volontà, e in particolare, contraria alla Sua volontà espressa nel Quarto Comandamento di fare del Sabato un giorno santo.
Desidero sottolineare un altro punto. I soldi che ognuno di noi guadagna non sono fini a se stessi; non sono che un mezzo per soddisfare i propri bisogni. Ovviamente, piuttosto che prima guadagnare soldi e poi, D-o ce ne liberi, andare a spenderli in cure mediche' è preferibile rinunciare ad ambedue, guadagni e cure mediche - e stare bene. La cosa importante quindi, non sono i soldi gudagnati, ma la sicurezza che i soldi vengano spesi bene e goduti in modo adeguato.
Dopo questa premessa, consideriamo il suo caso. Lei gode del privilegio di essere nato Ebreo, che significa che a lei è stata data la possibilità di camminare nella vita lungo il sentiero ebraico, il sentiero di Torà e Mitzvòt, tra le quali l'osservanza dello Shabbat, il Kasherut, Taharat Hamishpachà (purezza familiare attraverso il Mikvè - bagno rituale) e simili, sono fondamentali.
Non c'è alcun dubbio che se lei è determinato nel seguire il sentiero di Torà e Mitzvòt, l'Altissimo le provvederà mezzi «kosher» di sostentamento. Questo non significa, naturalmente, che il sentiero sarà facile sin dall'inizio. Per ragioni spesso al di là della nostra comprensione, D-o potrebbe rendere il nostro sentiero arduo di prove e difficoltà, mentre a noi si presenta un cammino piùfacile e migliore, e questo soltanto nella mente di colui che è messo alla prova, ma una strada che comporterebbe la rinuncia ad una Mitzvà o la trasgressione di una proibizione (averà).
Una prova simile potrebbe rivelarsi particolarmente dura, per esempio quando vediamo come così tanti ebrei che sfortunatamente dissacrano lo Shabbat sembrano prosperare, forse più di quelli che lottano per osservarlo.
È certo tuttavia che non è così. La felicità ultima di un ebreo o di un'ebrea può essere ritrovata solo attraverso Torà e Mitzvot. Nel suo caso dipende dalla sua osservanza dello Shabbat.
Di conseguenza, da amico e in accordo con la Mitzvà «Veahavta l'reacha camocha» (ama il tuo prossimo come te stesso) che è anche un fondamento della Torà, è mio dovere consigliarla di basare la sua vita in generale, e i suoi mezzi di sostentamento in particolare, sui comandamenti della nostra Torà. Non si lasci influenzare in alcun modo dalle difficoltà che possono sorgere all'inizio, persino la perdita dei guadagni. Sia assolutamente irremovibile nella sua fede che l'Altissimo provvederà eventualmente per tutti i suoi bisogni in una maniera kosher, e lei e sua moglie e suoi figli, condurrete una felice vita ebraica, una vita di armonia completa tra ilfisico e lo spirito, tra i bisogni materiali e l'anima Divina. Poiché, per citare un detto del mio santo suocero di benedetta memoria: Un Ebreo né desidera, né può essere separato da D-o.
Mi aspetto di ricevere buone notizie da lei, e concludo augurandole successo nel sistemare i suoi affari materialmente e spiritualmente.
Con cordialità
Rabbi Menachem M. Schneerson
Tradotto da Roy Baranes